Va avanti il processo civile sul caso di una fedele che ha denunciato di essere stata «sedotta e abbandonata» da un prete. La novità emersa di recente riguarda un file audio che conterrebbe la registrazione di una conversazione tra la donna e alcuni rappresentanti della Curia di Messina, sul cui contenuto è stata chiesta la trascrizione di un perito. Le parti, inoltre, hanno depositato le proprie richieste di prova e la signora, una cinquantaquattrenne, ha sollecitato l’interrogatorio dell’ecclesiastico che avrebbe sfruttato la sua posizione facendo leva sul suo stato di debolezza e fragilità. Il difensore di quest’ultima, l’avvocato Andrea Florio, ha chiesto altresì l’audizione come testimoni dell’allora vescovo di Messina Calogero La Piana e del vicario Gaetano Tripodo, oltre che di altri prelati a conoscenza della vicenda. Prossima udienza il 25 ottobre.
Stando a quanto denunciato dalla 54enne, il suo rapporto con un sacerdote della stessa età sarebbe andato oltre la sfera religiosa, trasformandosi in una relazione piuttosto intima. Dall’atto di citazione si evince che la signora, cattolica credente e praticante, dal 2012 è stata assistita dal parroco «nelle funzioni di padre spirituale per incontri di preghiera con cadenza settimanale», in una parrocchia della zona sud della città. Dal febbraio del 2014, il religioso le avrebbe proposto «uno speciale percorso di preghiera individuale, due volte a settimana, durante le ore serali». Da quel momento, la frequentazione è diventata sempre più assidua, tant’è che l’uomo «spesso accompagnava a casa la fedele al termine degli incontri». A causa di un infortunio subìto dalla donna, che per un certo periodo ne ha condizionato gli spostamenti, gli incontri si sono spostati nell’abitazione della 54enne, «dove il prete si recava giornalmente, dalle 21 fino a tarda notte». Nell’ottobre dello stesso anno, i due sarebbero entrati in intimità, consumando «rapporti sessuali in casa di un’amica della signora». Poco tempo dopo, il pastore ha comunicato alla fedele l’intenzione di cessare la frequentazione.
A questo punto, «la Curia, venuta a conoscenza della vicenda», avrebbe «intimato alla signora di cessare ogni contatto con il prete e di riparare agli errori affidandosi ad altra guida spirituale», si legge ancora nell’atto di citazione. La fedele ha quindi deciso di intentare una causa civile, chiedendo un «risarcimento del danno da fatto illecito».