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Via don Blasco e Tremestieri, ora si accelera

Via don Blasco e Tremestieri, ora si accelera

La prossima settimana dovrebbero essere aggiudicati i lavori di ristrutturazione della via Don Blasco. E prima di agosto, si spera, si aprirà il cantiere del nuovo porto di Tremestieri. Due spiragli di speranza, che non sono sufficienti per ridisegnare il sistema complessivo delle infrastrutture e dei trasporti nell’area dello Stretto e che non basteranno, purtroppo, a invertire la tendenza della marginalizzazione dei nostri territori, se contemporaneamente non ci sarà una presa d’atto, innanzitutto da parte del Governo nazionale, che qui, tra Sicilia e Calabria, si gioca buona parte delle sorti del Sud e forse dell’intero Paese.

Ma andiamo per ordine. La “nuova” via Don Blasco è un miraggio che dura da oltre vent’anni. Non è da confondere con la grande “via del Mare” che era stata immaginata ai tempi dell’ex assessore Gianfranco Scoglio. È più semplicemente la risistemazione di un’arteria che oggi è lo specchio dell’insensato degrado nel quale da decenni viene tenuto il litorale tra Maregrosso e Gazzi. Una ristrutturazione viaria che comporta anche interventi di riqualificazione urbana, che potrebbero essere il primo passo concreto verso una vera “rigenerazione” di questa porzione del territorio cittadino. È stata definita la via di collegamento diretto per i Tir tra lo svincolo di Gazzi e il molo Norimberga. Ma si limitasse a essere solo questo, la nuova via Don Blasco servirebbe ad alleviare i disagi dell’intasatissima via La Farina. Il progetto, invece, è molto più ambizioso: la città si riprende aree centrali svilite e umiliate, lungo quel percorso che attraversa la zona ferroviaria della “piccola velocità”, tocca via Santa Cecilia, s’insinua nel cuore malato di Messina, l’affaccio di Maregrosso, quello dove impunemente si può continuare a scaricare sulla spiaggia ogni genere di rifiuti e di materiali di risulta, come fosse un’enorme discarica a cielo aperto.

L’aggiudicazione all’impresa che si è aggiudicata l’opera (importo a base d’asta intorno a 27 milioni di euro), il Consorzio con capofila la Medil di Benevento, e la successiva consegna dei lavori, aprono la strada a un intervento che deve fare i conti ancora con una serie di problemi da affrontare e risolvere. Intanto, non è assolutamente esclusa, anzi è altamente probabile, la presentazione di un ricorso da parte della ditta arrivata al secondo posto (l’impresa messinese Lupò). Ma sul tappeto resta, soprattutto, la questione degli espropri. Proprio ieri l’amministrazione comunale, con in testa l’assessore Sergio De Cola, è tornato a bussare alle porte della Regione siciliana, chiedendo il trasferimento delle risorse necessarie – cinque milioni e mezzo di euro – per l’acquisizione di aree e immobili di proprietà delle Ferrovie dello Stato e di privati. La Regione deve accreditare le somme al più presto, anche perché con Rfi vi è già un’intesa, con l’impegno di perfezionare gli atti della cessione delle aree entro 30 giorni dalla disponibilità effettiva dei fondi. Ritenendo ormai imminente la conclusione dei procedimenti di gara (salvo, lo ripetiamo, ricorsi) «appare assolutamente improrogabile – scrive il Comune alla Regione – il trasferimento di queste somme onde evitare che l’Ente appaltante non abbia la piena disponibilità delle aree al momento della consegna dei lavori».

Via Don Blasco e porto di Tremestieri sono due tasselli. Ma per realizzare il grande mosaico ci vogliono altre tessere. E viene rabbia nel vedere che il Governo continui a fare scelte che privilegiano le aree, le Città metropolitane e i porti del Nord (si festeggia il via ai lavori del quarto lotto del Terzo Valico, un’opera per la quale lo Stato italiano alla fine spenderà molto più che per il Ponte sullo Stretto!), mentre il Sud resta ai margini e Messina si accontenta delle briciole (quando arrivano...).

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