Gemma Amendolia, la giovane pilota messinese, rimasta gravemente ferita nel tragico incidente della scorsa settimana alla Targa Florio dove hanno perso la vita il padre Mauro, di 53 anni, che era alla guida dell'auto, e il commissario di gara di Lentini Giuseppe Laganà, dà segnali di ripresa e da ieri risponde alle sollecitazioni dei medici dopo che per giorni è stata in coma farmacologico. La ragazza è ancora ricoverata all'ospedale civico di Palermo, dove era stata trasferita in elisoccorso da Petralia Sottana dopo il sinistro di Isnello. La giovane aveva riportato un forte trauma cranico, con un edema cerebrale e diverse fratture agli arti e in altre parti. Adesso il peggio per Gemma Amendolia sembra essere passato, ma vista la delicatezza del caso, i medici mantengono un cauto ottimismo e attendono di verificare il decorso ospedaliero. Ieri, intanto, al Duomo di Messina sono stati celebrati i funerali del padre Mauro che era alla guida della Mini Cuper numero 29 al momento dell'incidente nonostante fosse Gemma il primo pilota indicato nei documenti. Un cambio di ruoli, previsto dal regolamento, deciso all’ultimo momento, forse per tutelare la figlia in considerazione delle condizioni dell’asfalto, ancora umido dopo la pioggia: Mauro Amendolia, perito assicurativo e consulente di infortunistica stradale, era un pilota di grande esperienza, e aveva partecipato a numerose edizioni della Targa Florio. Intanto va avanti l'indagine condotta dalla procura di Termini Imerese, coordinata dal sostituto procuratore Silvio Napolitano, al lavoro per determinare l'esatta causa dell'incidente. Esclusa l'ipotesi del malore dell'autista, si valutano le altre opzioni anche attraverso le immagini registrate dalla camera car montata sull'auto uscita di strada durante la terza prova speciale.
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