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Gettonopoli, il pm chiede 15 condanne

Resta per tutti l’obbligo di firma

Nella giornata dell’accusa al processo Gettonopoli sulle presenze “lampo” dei consiglieri comunali nelle commissioni di Palazzo Zanca, è calato il “gelo” all’aula bunker di Gazzi dopo le richieste di condanna. Quindici ipotesi di “stangata” che in otto casi, se la sentenza dovesse confermarle, provocherebbero una mezza rivoluzione con l’applicazione della legge Severino e la sostituzione di otto pseudo-pedine in Consiglio. A poco meno di un anno dai saluti finali, tra le pieghe di una campagna elettorale ormai infinita.

Ieri mattina il pm Francesco Massara ha concluso la requisitoria parlando per oltre un’ora. Ed ha sollecitato ai giudici della prima sezione penale del tribunale quindici condanne - da un minimo di 3 anni e mezzo di reclusione a un massimo di 5 -, e due assoluzioni totali, più una serie di assoluzioni parziali.

Massara ha tra l’altro spiegato che dal punto di vista della Procura a nessuno dei quindici si dovrebbero concedere le attenuanti generiche. Poi ha rapportato le richieste di pena, comprensive di una serie di multe, ai casi-reati contestati ad ogni singolo consigliere, ovvero truffa, falso e abuso d’ufficio. Bisogna però tenere presente che non a tutti è contestato l’abuso, ma solo ad otto. Solo per loro (ne scriviamo in dettaglio nell’altro articolo), se dovesse scattare la condanna si applicherebbe subito la legge Severino, con la sospensione e la sostituzione con il “primo dei non eletti”. Sintetizzando il pm Massara ha chiesto la condanna per tutte le ipotesi di truffa-falso e per tutti i casi d’abuso senza una partecipazione effettiva alle sedute, e l’assoluzione per tutti i casi di falso e abuso, quando c’è stata invece una effettiva partecipazione. Ecco il dettaglio: 3 anni e 6 mesi per Nino Carreri; 3 anni e 7 mesi per Santi Sorrenti; 3 anni e 8 mesi per Andrea Consolo; 4 anni per Piero Adamo e Nicola Cucinotta; 4 anni e un mese per Carmelina David; 4 anni e 3 mesi per Angelo Burrascano; 4 anni e 5 mesi per Giovanna Crifò; 4 anni e 7 mesi per Pio Amadeo; 4 anni e 8 mesi per Fabrizio Sottile; 4 anni e 9 mesi per Carlo Abbate; 4 anni e 9 mesi per Piero David; 4 anni e 10 mesi per Nicola Crisafi; 4 anni e 11 mesi per Daniele Zuccarello; 5 anni e Benedetto Vaccarino.

C’è un ragionamento preciso alla base di tutto questo. L’entità della pena intanto è stata rapportata all’art. 476 c.p. (“Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”) in relazione al 2° comma dell’art. 476 c.p. (“Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”), che indica una “forbice” tra 3 a 10 anni, senza la concessione delle attenuanti generiche. Partendo da questo metro di giudizio il magistrato è andato via via “crescendo” sull’entità della pena rispetto ai casi singoli contestati, che vanno dagli 8 solo di truffa-falso per Carreri fino ai 33 (29 di falso-truffa e 4 di abuso) di Vaccarino.

C’è poi la pagina delle assoluzioni. Che per il pm sono totali («perché il fatto non sussiste») per Nora Scuderi (due ipotesi di falso) e Libero Gioveni (un solo falso). Per la Scuderi nel primo caso la formula assolutoria è “piena”, per l’altro è “dubitativa”. Per Gioveni è “dubitativa”. Da registrare alcune richieste parziali d’assoluzione per Adamo, Cucinotta, Crifò e Zuccarello. Dopo l’accusa, ieri parola alle parti civili, tra cui il Comune con l’avvocato Carmelo Picciotto, e ai primi difensori, gli avvocati Daniela Chillé, Massimo Marchese, Francesco Rizzo e Fabrizio Formica. Si riprende il 9 maggio.

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