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Di nuovo discariche a cielo aperto lungo le strade

Di nuovo discariche a cielo aperto lungo le strade

Spazzatura ovunque, da nord a sud, nei letti dei torrenti, in case abbandonate, lungo le strade e dentro le aiuole. Messina, soprattutto in questi ultimi tempi, sta ridiventando una sorta discarica a cielo aperto. È il segno concreto di una ineducazione civica che ha certamente pochi eguali nel passato. E se a ciò si aggiunge una incomprensibile “latitanza” delle maestranze di “Messinambiente” da alcune zone della città, il dramma igienico-sanitario è servito.

«Ogni civiltà ha la spazzatura che si merita» diceva lo scrittore francese Georges Duhamel che, nel secolo scorso, così criticava la poca attenzione verso ciò che ci circonda.

Basta una passeggiata per rendersi conto dello stato delle cose, ancor più aggravato anche dalle «incredibili risposte» che gli uffici comunali preposti danno ai cittadini che segnalano emergenze. È il caso di un residente della via Panoramica dello Stretto che, giovedì mattina, si è recato all’assessorato competente per segnalare lo stato di assoluto degrado in cui versano i contenitori di deiezioni canine installati nei pressi del Parnaso, lungo la Salita Catena (che da Paradiso conduce alla Panoramica), nei pressi del condominio “Linea verde” e a “Poggio dei Pini”. «Dopo che ho evidenziato che i contenitori sono talmente stracolmi che ormai questi rifiuti vengono lasciati per terra, mi è stato risposto che il Comune è perfettamente a conoscenza di ciò ma non può fare nulla perché l’appalto è scaduto da oltre un anno e non c’è nessuno che possa provvedere in tal senso».

L’allarme è stato dato, nei giorni scorsi, anche dagli agenti del nucleo “Decoro” della polizia municipale che, coordinati dal commissario Biagio Santagati, hanno fotografato le varie zone della città in questo momento sommerse da rifiuti di ogni genere. Emergenza, nell’estrema zona nord della città, che sarebbe anche aggravata dal deposito di rifiuti da parte di residenti di altri comuni che, così, eviterebbero di fare la differenziata.

L’assessore Daniele Ialacqua ieri ha così preso carta e penna convocando per giovedì 27, alle 12, nella sede dell’assessorato Ambiente una riunione «per definire lo stato dell’arte di tutti i servizi inerenti la gestione dei rifiuti di competenza di “Messinambiente” ai sensi del capitolato d’oneri e dell’ordinanza sindacale del 30 dicembre 2016. Scopo della riunione - si legge ancora nella missiva inviata anche all’Ato 3 - è quello di accertare quali siano le eventuali ed ulteriori criticità che stanno determinando un peggioramento in varie zone della città dei servizi di raccolta rifiuti, spazzamento, scerbatura, raccolta differenziata porta a porta, bonifiche delle discariche abusive, raccolta suppellettili, pulizia mercati ville e cimiteri, come si evince purtroppo dalle continue segnalazioni da parte dei cittadini e Circoscrizioni, dai servizi giornalistici e dai sopralluoghi che lo scrivente ha effettuato nei vari quartieri cittadini».

Una nota polemica giunge anche da Giuseppe Sanò, consigliere della VI Municipalità. «Quando si dice che al peggio non c’è mai fine! Era da un po’ - scrive - che in città si respirava aria di cambiamento nella gestione dei rifiuti, proprio riuscivi a percepire che si erano messe in moto le più fulgide “intellighenzie”. Infatti quella di posizionare una campana per la raccolta del vetro in mezzo ad una discarica abusiva, e per di più davanti ad un cancello di una proprietà della società Poste Italiane, è un'idea talmente all’avanguardia da rendere difficile la comprensione anche alle menti più acute del firmamento manageriale cittadino. Sono sicuro che a breve verrà svelato l’enigma, e che come sempre, farò la figura del provincialotto. Certo, il fatto che dopo mesi di note e interrogazioni, le campane prospicienti la chiesa di Torre Faro, nel punto in cui c’è l’affaccio a mare e una fermata dell’autobus siano ancora lì, non fa sperare bene. A questo punto non rimane che attendere la prossima intuizione geniale».

Un grido d’allarme arriva pure da alcuni dipendenti dell’Ato. «Siamo in 6 - dicono - e abbiamo già svolto il corso di guardia ambientale. Il Comune, però, dopo oltre un anno non ha ancora provveduto a regolarizzare la nostra posizione perché manca il giuramento innanzi al prefetto. La nostra figura è di fondamentale importanza - concludono - perché possiamo intervenire in caso di violazione della normativa. Adesso, invece, possiamo solo essere passivi spettatori».

Sullo stato del torrente Zafferia interviene invece il consigliere Giampiero Terranova. «Mentre inizia il balletto delle competenze per chi deve intervenire sulla pulizia dei torrenti, a Zafferia - scrive l’esponente politico - l’omonimo torrente versa in un grave stato di inquinamento ambientale con elevato rischio igienico sanitario. In corrispondenza di ogni postazione Rsu collocata lungo la salita che conduce al villaggio, si sono accumulati, all’interno del torrente, grandi quantità di sacchetti di spazzatura e rifiuti vari pericolosi che, in più occasioni, a seguito di incendi, hanno minacciato la fusione del tubo di approvvigionamento idrico in polietilene collocato lungo il muro d’argine».

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