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Impianto da riattivare: isole chiuse per 4 giorni

Impianto da riattivare: isole chiuse per 4 giorni

Isole ecologiche chiuse per quattro giorni. Eccolo il primo effetto dell’incendio di Pace. MessinAmbiente in attesa che possa essere ripristinato l’impianto, ha dovuto stoppare da oggi il conferimento dei cittadini in tutte e sette le stazioni di raccolta della città. Cancelli chiusi a Spartà, Tremonti, Gravitelli, Pistunina e Tremestieri oltre che naturalmente a Pace stessa dove la chiusura è stata immediata dopo lo scoppio del rogo che ha distrutto decine e decine di balle di cartone e plastica. In base alle stime della società di via Dogali, potranno essere riaperte il 26 aprile. Una chiusura dunque per 4 giorni pieni, esclusa la domenica e il festivo di martedì, in cui comunque non sarebbero state aperte.

La necessità della decisione nasce dalla difficoltà di lavorare tutto il materiale che arriva dalle isole e che veniva trasferito quotidianamente all’ex inceneritore di Pace per essere pressato, imballato e trasferito sui camion che vanno ai consorzi per la trasformazione. Con l’impianto inutilizzabile, le isole stesse si dovranno trasformare in luoghi di stoccaggio momentaneo. Carta, plastica vetro e alluminio resteranno nelle sei postazioni fisse in attesa di essere trasferite al più presto. Ma la chiusura delle isole non fermerà il ciclo di raccolta avviato nel primo e sesto quartiere, e tra i negozianti. Il porta a porta domiciliare e quello degli esercizi commerciali potrà proseguire anche in questa settimana, utilizzando per il deposito momentaneo di materiale secco sempre le isole. Un processo, quello della raccolta casa per casa, che non ha una possibilità di revisione visto che i cassonetti in buona parte di quelle zone periferiche della città sono stati portati via.

Ma il futuro del ciclo della raccolta dei rifiuti differenziati appare segnato. Il rogo, gioco forza, deve accelerare i tempi per il pieno sfruttamento di una struttura che le fiamme hanno solo sfiorato. L’impianto progettato e costruito da Ato con i soldi della Regione ed oggi gestito da Srr è una Ferrari chiusa in garage da mesi. Nato sulla stessa area dell’ex inceneritore, costato quasi sette milioni di euro, è in grado di poter separare, pulire e imballare una quantità tale di materiale, circa 15 tonnellate l’ora, da poter gestire tutto quello che Messina dovrà produrre quando il porta a porta andrà a regime, con il 50% del suo massimo potenziale. Nel 2016 c’è stata una crescita di quasi il 2% della raccolta differenziata rispetto all’anno precedente passando da poco meno dell’11% a circa il 13% costante. Ben 13.900 tonnellate raccolte, a fronte di un quantitativo di possibile gestione del nuovo impianto di 60.000 tonnellate. E’ sul pieno sfruttamento di quest’area tecnologicamente così avanzata che punta adesso il Comune per uscire dall’impasse. Ato e MessinAmbiente hanno visioni diverse rispetto all’utilizzo dell’impianto.

La partecipata di via Dogali, vorrebbe averlo in carico per un paio di giorni la settimana, la società d’Ambito ne rivendica la proprietà e lo vuole gestire in prima persona con i propri uomini. A fine marzo, l’assessore Ialacqua ha scritto ad entrambe per accelerare urgentemente i tempi dell’accordo, ma il risultato nelle due settimane successive è stato solo quello dell’invio di una manciata di lattine d’alluminio al nuovo impianto.

Ieri sera una nuova riunione con i vertici di Ato3 e Srr ( Gaspare Ragusa e Michele Trimboli) per mettere su un programma di utilizzo efficace della struttura. Resta il fatto che per ora la strada d’accesso al nuovo impianto non è utilizzabile per via dell’incendio e quindi ogni valutazione è condizionata all’esito dei rilievi dei Vigili del fuoco. Compresa la possibilità di stoccare materiale in eccedenza nello stesso posto in cui è scoppiato il rogo. Il nuovo impianto gode, infatti, delle autorizzazioni per uno spazio “magazzino” al coperto, e in piena sicurezza, ma non è così ampio da poter consentire il deposito di decine e decine di balle.

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