Fiamme avvolgenti e profonde, per lunghe ore solo da arginare nonostante sforzi straordinari, una nube nera e densa come quella di un vulcano in eruzione improvvisa, nella nostra città, a poche centinaia di metri dalla riviera nord. Ha bruciato da mezzogiorno al tramonto il piazzale dell’ex inceneritore di Pace: un devastante rogo di plastica, carta e cartone che non avrebbe compromesso l’attuale impianto, né aggredito quello nuovo, ma che ha fatto scattare una delicatissima emergenza ambientale.
L’inferno di fuoco è scoppiato poco dopo le 12 del mattino quando due dipendenti della MessinAmbiente, che si trovavano a piedi nel piazzale, Giovanni Oteri e Leone Russo, hanno raggiunto di corsa gli uffici e dato l’allarme su quel fumo violento che all’improvviso avevano visto levarsi in cielo, seguito da lingue di fuoco altrettanto alte, dall’area di stoccaggio delle balle già confezionate e delle cataste di carta, cartone e plastica ancora da pressare. Impossibile dire dove sia scattato il primo innesco, se tra la “carta-cartone” del porta a porta urbano del giorno prima, scaricata dai compattatori svuotando i cassonetti bianchi, o magari tra i cumuli di plastica provenienti dalle isole ecologiche, o ancora tra la carta e il cartone frutto della differenziata del comune di Santa Teresa di Riva che utilizza l’impianto pacese. Certo è che l’incendio ha assunto in pochi secondi, una portata devastante, impossibile da fronteggiare senza l’intervento dei vigili del fuoco, ciò anche per una circostanza “sfortunata”. La selva serpentina della fiamme, sospinta dal vento, s’è avvicinata minacciosamente alla cabina antincendio determinando il distacco della corrente e quindi l’impossibilità di utilizzare le pompe presenti nell’area del piazzale. Troppo pericoloso provare a riattivare quel motore a scoppio a una distanza così ridotta da un rogo così veloce nella sua avanzata.
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