«Collegare la Sicilia all'Italia è una priorità nazionale». Il ministro Graziano Delrio risponde così alle polemiche e alle critiche riguardanti le ultime scelte del Governo, con particolare riferimento all’allegato inserito nel Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei ministri. Secondo il responsabile del dicastero dei Trasporti, non c’è alcun disinteresse nei confronti dell’Isola e dell’Area dello Stretto. Anzi, è l’esatto contrario: «Da qui al 2030 l'Isola diventa una priorità e nei prossimi anni i cantieri daranno ossigeno all'occupazione e le opere in programma diverranno il volano per far ripartire l'economia».
A farsi interprete del pensiero di Delrio è il sottosegretario Davide Faraone, che è stato l’artefice della recente visita a Messina del ministro. «Sono previste opere stradali, portuali, urbane e poi c'è la “direttrice Napoli-Palermo” – questa è la tesi difensiva del Governo –, che prevede l’Alta velocità di rete Salerno-Reggio Calabria, la direttrice Messina-Catania-Palermo e soprattutto diventa una priorità l'attraversamento dello Stretto attraverso opzioni stabili».
E qui, in realtà, diventa difficile orientarsi, visto che la bussola sembra impazzita. «Connettere la Sicilia all'Italia è un obiettivo irrinunciabile – insiste Faraone – e il Governo nazionale, grazie alla lungimiranza di Graziano Delrio, l’'ha centrato. Adesso è il tempo di valutare con rigore i progetti di fattibilità di attraversamento dello Stretto di Messina, senza dispute ideologiche ma con l'unico obiettivo di collegare la Sicilia al futuro. Che sia il Ponte o il tunnel come nella Manica è indifferente, verranno valutati i progetti e poi si deciderà. Ma il progetto, a differenza del passato, non sarà una cattedrale nel deserto: il bando per l’Alta velocità in Sicilia è già realtà, la fusione Cas-Anas ci consentirà finalmente di dire addio a una gestione fallimentare delle nostre strade, l'allegato al Def ha confermato come prioritarie numerose opere che riguardano l'Isola come la riqualificazione della Palermo-Catania, il potenziamento dell'Agrigento-Caltanissetta, la realizzazione della Ragusa-Catania. Per quanto riguarda il trasporto su binari si investirà sulla direttrice Napoli-Palermo con il raddoppio della linea Messina-Catania e la velocizzazione della Catania-Siracusa. E ancora interventi nelle tre Città metropolitane per ammodernare le nostre infrastrutture. Questo Governo ha compiuto una piccola rivoluzione, partendo dal presupposto che collegamenti efficienti significano maggiori possibilità produttive ed economiche, posti di lavoro, nuove imprese. Insomma, ossigeno puro proprio in questo momento di crisi grazie a opere pubbliche che verranno realizzate con impegni e tempistiche certi».
Ma le dichiarazioni dei rappresentanti del governo Gentiloni, se da un lato confermano indubbiamente un’attenzione verso la Sicilia, dall’altro sembrano andare in direzione opposta. La realtà dei trasporti e delle infrastrutture soprattutto nell’area dello Stretto è sotto gli occhi di tutti. Le occasioni perse sono state infinite e l’affermazione secondo la quale il Governo deve ancora decidere se realizzare un Ponte o un Tunnel per collegare le due sponde, non potrà che accendere nuove polemiche. E anche per quel riguarda il delicatissimo capitolo della riforma dei porti, nessuna rassicurazione finora data è stata in grado di fugare i crescenti timori derivanti da un accorpamento tra Gioia Tauro e Messina-Milazzo che rischia di produrre effetti letali sull’economia e sulle scelte strategiche dei porti dello Stretto.
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