Da Roma arrivano rassicurazioni sulla possibilità che vengano ridimensionati i tagli che coinvolgono la sanità messinese, senza dubbio un buon segnale ma non tale da considerare rientrato l'allarme. Occorreranno delle settimane, forse qualche mese per trasformare le promesse in azioni tangibili. È una questione di tempi tecnici e formali, perché le modifiche alla Rete siciliana devono seguire un iter non proprio rapido, simile a quello che ha portato al varo stesso dell'assetto ridisegnato. La disponibilità al dialogo manifestata del Governo nazionale non è però cosa da poco. In primis è il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone ad averci messo la faccia, affiancato dai tecnici con in cima il dirigente Eugenio Ceglia. È toccato a loro raccogliere gli appelli che giungono da quei comprensori minacciati nei loro diritti per un disegno di riforma strutturale che provando a migliorare l'impalcatura generale rischia di peggiorare il livello e la qualità di taluni servizi. La delegazione locale capitanata dal parlamentare regionale Beppe Picciolo ha sottoposto alle componenti ministeriali tre distinti documenti: la risoluzione stilata proprio dal deputato di Sicilia Futura, l'atto programmatico presentato dai sindaci del distretto Barcellona e la mozione correlata da raccolta firme consegnata al sindaco metropolitano Renato Accorinti da operatori e rappresentanti istituzionali in occasione della riunione di martedì scorso all'Ordine dei medici di Messina. Tra le priorità c'è certamente lo stravolgimento del 118, la cui crucialità è stata evidenziata dal direttore generale dell'Asp, Gaetano Sirna, puntuale nel rimembrare i protocolli sottoscritti nell'aprile del 2015 da tutte le Aziende sanitarie ed i risultati ottenuti da un sistema efficiente di emergenza-urgenza che non eguali nel resto del Paese, non solo per la caratteristica e peculiare area geografica in cui è collocato. «Proprio la velocità di recepimento del modello “118 Messina”, già previsto comunque dal decreto Balduzzi – ha ricordato Picciolo – consente di ragionare in toto sugli aggiustamenti che dovranno essere apportati alla Rete ospedaliera siciliana». La quale, come ha confermato Faraone, non è certamente inamovibile: «Senza variazione dei tetti di spesa potrà essere modificata intervenendo da subito sugli errori macroscopici rilevati in questi giorni, come nel caso della mortificazione dell’Ospedale di Barcellona o della classificazione errata del Pronto soccorso pediatrico del Policlinico Gaetano Martino». Che dunque, al netto dei servizi che non sono in discussione, si cercherà di mantenere nella forma di Unità operativa complessa.