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Terremoto al Cas, sospesi dirigenti e dipendenti. I NOMI

Terremoto al Cas, sospesi dirigenti e dipendenti. I NOMI

Personale della Direzione investigativa antimafia di Messina e del Centro operativo Dia di Catania ha eseguito misure cautelari, che prevedono la sospensione dalla professione, nei confronti di dodici tra dirigenti e dipendenti del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas). I reati ipotizzati dal Gip, che ha emesso l'ordinanza su richiesta della Procura, sono, a vario titolo, falso, abuso d'ufficio e truffa. Le indagini, durate circa due anni, hanno fatto luce sulla gestione amministrativa del Cas. nell'inchiesta ci sono una cinquantina di indagati. Maggiori particolari sull'operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 10.30 nella sede della Dia di Messina, alla presenza del procuratore Vincenzo Barbaro, dell'aggiunto Sebastiano Ardita e del sostituto Stefania La Rosa.

E' stata disposta la misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio o servizio, per la durata di mesi 6, nei confronti di:

1. CANTERI Antonio, nato a Messina il 23.08.1953;

2. MAGNISI Stefano, nato a Furnari (ME) il 16.01.1953;

3. PUCCIA Angelo, nato a Castelbuono (PA) il 29.02.1960;

4. SCEUSA Gaspare, nato a Barcellona (ME) il 19.08.1955;

5. SCHEPISI Alfonso, nato a S. Piero Patti (ME) il 10.10.1952;

6. SIDOTI Anna, nata a Montagnareale il 07.01.1972.

Con lo stesso provvedimento, il G.I.P. ha disposto - per una somma complessiva ' pari a circa 1.000.000,00 €- il sequestro preventivo per equivalente del saldo dei rapporti bancari intestati o, in caso di incapienza,  dei beni immobili e mobili registrati a carico dei precipitati indagati e di:

7. CIGNO Carmelo nato a Palermo 11 23.09.1948;

8. FRISONE Letterio, nato a Messina il 06.02.1953;

9. INDAIMO Carmelo, nato a Eicarra (ME) il 25.08.1946;

10.SPITALERI Antonino Francesco, nato a Roccella Valdemone (ME) il 12.11.1949;

11.ILLUMINO Antonino, nato a Messina il 20.09.1948;

12. MAGRO Corrado, nato ad Avola (SR) il 30.10.1947.

Fra le persone raggiunte dalla misura interdittiva c'è anche il Responsabile Unico del Procedimento per la messa in sicurezza del viadotto Ritiro, Anna Sidoti che è anche sindaco di Montagnareale. I lavori della grande opera proseguiranno con la sostituzione da parte del Cas del Rup. Così anche per tutti quelli interessati ai lavori di ammodernamento dell'autostrada in vista G7.

Al centro delle indagini della Dia di Catania, coordinate dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, ci sarebbe la percentuale di circa il 2% che spetta per legge a chi segue appalti pubblici, pagata alla fine dei lavori. Secondo l'accusa molti progetti per cui sarebbero stati incassati i soldi non sarebbero stati conclusi o, addirittura, neppure esistiti. Il danno per il consorzio in due anni è stato stimato in oltre un milione di euro. Sono stati individuati 30 casi  di liquidazioni senza documentazione.

Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita: Le posizioni dirigenziali sono sotto la nostra osservazione. Gli incentivi venivano dati in tempi troppo rapidi e incompatibili con i gruppi di lavoro.

Nell'inchiesta 'Tekno' sono contestati la concessione e il pagamento ai 57 dipendenti del Cas, con quote diverse, di incentivi ottenuti per del lavoro che, secondo l'accusa, sarebbe stato svolto nell'orario d'ufficio e per compiti previsti dalla mansione svolta per conto del Consorzio per le autostrade siciliane. A spiegarlo è uno dei dipendenti del consorzio sentito dalla Dia di Catania e dalla Procura di Messina. "La mia attività - afferma nella dichiarazione agli atti dell'inchiesta - consisteva nel compilare tabelle, un'attività che avevo reso per dovere d'ufficio, comunque non riconosciuti da incentivi progettuali, in relazione ai rapporti del C.a.s. con altri Enti e per tratte autostradali diverse". Il lavoro, precisa il dipendente, "è stato da me espletato in ufficio, trasmesso a un geometra e discusso col Rup, e comunque normalmente nelle ore ordinarie d'ufficio: è capitato anche fuori dal normale orario di lavoro". La dichiarazione, secondo l'accusa, "evidenzia come le attività svolte e ricondotte nell'alveo degli incentivi progettuali rientravano nell'ordinaria attività del dipendente, svolta principalmente nelle ore d'ufficio".

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