Immaginate la scena: piazza San Pietro, Papa Francesco dal balcone, è l’ora dell’Angelus, il Pontefice comincia a parlare e la sua voce viene letteralmente cancellata dal rombo dei motori di un raduno di motociclisti. Ora trascinate il tutto come si fa col mouse e portate la scena qui da noi. Piazza Duomo, domenica delle Palme, è l’ora della benedizione dei ramoscelli d’ulivo. L’arcivescovo Giovanni Accolla sul palco, inizia il suo discorso (disturbato, in realtà, anche da un impianto di amplificazione malfunzionante) ed ecco che sale, dall’angolo che dalla piazza dà su corso Cavour, il coro sempre più rumoroso del motore accelerato di dieci, venti, cinquanta, e ancora di più, moto di grossa cilindrata. È successo davvero, ieri mattina, nel giorno che apre le celebrazioni della Settimana Santa.
Si è toccato con mano lo sconcerto dei fedeli e lo stesso arcivescovo ha dovuto trattenere l’impeto di rabbia che lo ha portato ad agitare nervosamente il leggio che sorreggeva il Vangelo. Molti, non riuscendo a sentire alcuna parola, sono anche andati via. E c’è chi ha telefonato indignato alla nostra redazione, chiedendo se, come e perché fosse stata autorizzata una manifestazione di motociclisti proprio nello stesso luogo che da secoli ospita il rito della Domenica delle Palme, nella stessa ora, anzi nello stesso minuto preciso in cui il Pastore della chiesa messinese ha preso la parola.
Nessuno aveva e ha dato l’autorizzazione. Fatto, dunque, ancor più grave perché nessuno è intervenuto per impedire che il gruppo di centauri potesse impunemente disturbare l’evento clou della comunità cattolica (il giorno della Domenica della Palme ci sono più fedeli nelle chiese che non a Pasqua).
E chi erano questi motociclisti? Si tratta del gruppo dei “Bandidos Mc Messina”, la costola in riva allo Stretto della “banda” diffusa in tutto il mondo, quella che gioca a farsi la guerra con l’altra “fazione”, i famigerati “Hell’s Angels”. «Dal 1993 portiamo avanti gli ideali di Biker con dignità, onore e caparbietà», si legge nella “History” del “Messina Chapter”. Ritengono di far parte di una vera e propria “etnia”, la “Bandido Nation”, hanno collegamenti con i “Les Compaines” del Lussemburgo, i Bandidos Mc della Francia e della Danimarca, oltre agli altri Bikers italiani. «La nostra presenza in Italia – affermano – è ormai nota a tutti ed è naturale che qualcuno ne sia infastidito, ma noi continueremo a lottare per la nostra libertà come da 40 anni il nostro Club fa in tutto il mondo, contro gli stupidi e gli ignoranti. Fratellanza, lealtà&rispetto». Sono gli stessi “principi” che si leggono nella piattaforma programmatica originaria dei Bandidos texani (il gruppo nacque nel 1966). A Messina un episodio di cronaca recente ha portato alla ribalta le due bande motociclistiche. Il 3 maggio 2014, con tre condanne a 14 anni di carcere, si è concluso il processo di primo grado a carico degli autori (un messinese, un biker di Sant’Agata di Militello e un siracusano) di un tentato omicidio commesso a Brolo la notte del 13 agosto del 2006. L’agguato avvenne come una risposta a un precedente atto di “guerra” tra Hell’s Angels e Bandidos.
Come scrisse un giornalista su Panorama, «c’è un rombo assordante che attraversa l’Europa». Ecco, quel rombo, in piccolo, lo abbiamo sentito ieri anche a piazza Duomo. E ciò è stato consentito, tollerato, non impedito. Ed è questo l’aspetto più avvilente, e grave per certi aspetti: e se il gruppo di bikers avesse deciso di invadere la piazza e travolgere i fedeli? O si fosse infiltrato qualche delinquente (o, perché no, terrorista)? È possibile che proprio piazza Duomo, e proprio nella giornata delle Palme, fosse “sguarnita” di controllo e di vigilanza? Non basta indignarsi, qualcuno deve dare risposte su quanto accaduto.