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Antonioli, Innocenti e Crisafulli a giudizio Piccioni prosciolto

Antonioli, Innocenti e Crisafulli a giudizio Piccioni prosciolto

Messina

Ieri erano quasi le nove di sera quando il gup del tribunale di Messina Monica Marino ha terminato una lunga camera di consiglio ed ha letto la sentenza al piano seminterrato del Palazzo di giustizia.

Si è conclusa quindi con tre rinvii a giudizio e un proscioglimento l’udienza preliminare “fiume” nei confronti di quattro ex amministratori di “TirrenoAmbiente Spa”: Giuseppino “Pino” Innocenti, l’ex senatore Lorenzo Piccioni, Giuseppe Antonioli e Antonello Crisafulli.

A loro quattro la Procura, ieri rappresentata dal pm Rossana Casabona che aveva chiesto il rinvio a giudizio, contestava l’abuso d’ufficio per l’affidamento senza il ricorso all’evidenza pubblica alla “Osmon Spa” di Borgo Vercelli, di cui sono soci due ex amministratori della stessa società mista, lo smaltimento dei liquami di percolato prodotti dalla putrefazione dei rifiuti accatastati nella discarica di Mazzarrà.

Il procedimento in prima battuta era stato avviato a Vercelli, ma dopo un’eccezione d’incompetenza territoriale sollevata a suo tempo dai difensori, era stato “trasferito” a Messina.

Ieri il gup Marino a conclusione dell’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio, con l’accusa di abuso d’ufficio, per Antonioli, Innocenti e Crisafulli, mentre ha dichiarato il non luogo a procedere per la stessa accusa, con la formula «per non aver commesso il fatto», per il sen. Piccioni.

I quattro sono stati assistiti dagli avvocati Ferdinando Brocca, Bruno Poy, Roberto Scheda, Tommaso Calderone, Fabio Catania e Andrea Corsaro. Nel procedimento erano poi costituiti parte civile la “TirrenoAmbiente Spa” e il comune di Mazzarrà Sant’Andrea, rappresentati dall’avvocato Vito Pirrone.

Secondo la prospettazione accusatoria originaria due degli amministratori di “TirrenoAmbiente Spa”, Pino Innocenti e Giuseppe Antonioli, erano allo stesso tempo soci della “Osmon”, una società messa in liquidazione. E avrebbero creato un giro artificioso interponendo la “Osmon Spa” tra la “TirrenoAmbiente” e la “Iam spa”, che ha un impianto a Gioia Tauro e che effettivamente smaltiva il servizio, per lucrare sullo smaltimento del percolato a danno delle casse della società mista, che sopportava così un aumento del costo di quasi un milione e mezzo di euro.

Ai quattro ex componenti del Cda di “TirrenoAmbiente Spa” l’accusa contestava tecnicaente l’abuso d’ufficio perché «... anziché provvedere autonomamente allo smaltimento del percolato, ponevano in essere – in concorso tra loro – delle condotte finalizzate alla sottoscrizione, in data 14 gennaio 2013, del contratto di smaltimento di percolato e al mantenimento dell’efficacia del medesimo affidamento, alla “Osmon Spa” di Borgo Vercelli». Affidamento che avveniva in violazione dell’art. 20, comma 2, del Decreto legislativo n. 136 del 2006. Con tale condotta gli indagati avrebbero provocato così «un vantaggio patrimoniale alla “Osmon Spa” pari ad 1 milione e 455 mila euro».

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