Gli occhi tristi e impauriti, nelle zampe la sola forza di fare ancora quattro passi per cercare da mangiare, la vista ormai quasi assente ma tanta voglia di fare festa a chi, con lui, si è dimostrato affettuoso e lo ha salvato da una fine certamente atroce.
È l’ennesima triste e crudele storia di abbandono di cani quella che, ieri mattina, si è verificata a Santa Margherita dove, in prossimità di contrada Runci, qualcuno, privo di scrupoli, approfittando di un attimo di distrazione da parte dei residenti e degli automobilisti in transito, ha buttato un vecchio, ormai indifeso e malconcio cane da caccia all’interno di un cassonetto della spazzatura. Di lì a poco - come è stato poi accertato - sarebbe passato il compattatore di “MessinAmbiente” per il recupero dei rifiuti: tutto il contenuto di quel cassonetto sarebbe così finito all’interno di una grande vasca d’acciaio installata sull’autoarticolato. La pressa e le lame che servono a ridurre in poltiglia i rifiuti avrebbero fatto il resto.
Ma, fortunatamente, qualcuno si è accorto di quel cane e ha dato subito l’allarme.
Gli agenti del nucleo “Decoro” della polizia municipale, avvisati dalla centrale operativa e su disposizione del commissario Biagio Santagati, hanno in pochissimo tempo raggiunto il luogo indicato riuscendo a recuperare l’animale la cui unica colpa, probabilmente, è quella di non riuscire più ad “assolvere” i propri compiti proprio per l’età e i tanti acciacchi.
Rifocillato e tranquillizzato, il cane - ormai ritenuto inservibile dal suo padrone e, quindi, ormai un peso da eliminare al più presto - è stato trasferito dalla polizia municipale prima in uno studio veterinario di via Dogali dove la responsabile gli ha gratuitamente fatto il bagno e ha rimosso le decine di zecche trovate sul corpo. Eseguiti anche alcuni accertamenti dai quali è risultato che l’animale, probabilmente da tempo, non veniva alimentato adeguatamente. «Non si esclude - fanno sapere gli investigatori - che fosse anche questo un modo, crudele, per accelerarne la morte».
Stamattina “Bracco”, come è stato soprannominato, verrà invece trasferito alla Clinica universitaria in attesa di una famiglia pronta ad accoglierlo per questo poco tempo, data l’età avanzata, che ormai gli resta da vivere.