Barcellona
Gli agenti del Commissariato di polizia di Barcellona, hanno di nuovo arrestato, a più di 12 anni dall’episodio, l’ex dipendente comunale Giuseppe Abbate, di 64 anni, perché la condanna ridotta in appello a 4 anni e 14 giorni di reclusione per tentato omicidio nei confronti del cognato è diventata definitiva.
Giuseppe Abbate che nel processo, di primo grado, che si è concluso il 7 giugno 2010, era stato condannato a 8 anni di reclusione, ha poi registrato il dimezzamento della condanna in Corte d’Appello: adesso è stato riconosciuto colpevole in via definitiva di tentato omicidio del cognato, Giuseppe Buda, 55 anni quando accaddero i fatti, accoltellato la sera del 10 febbraio del 2005 al termine di una lite familiare scoppiata poco dopo il funerale del suocero nello spiazzo delle case popolari del rione Panteini, nella periferia di Pozzo di Gotto. Una drammatica lite familiare con epilogo tragico.
I contrasti in famiglia sarebbero sorti – come si ebbe modo di ricostruire nell’immediatezza dei fatti e poi nei processi di primo e secondo grado – subito dopo le esequie a causa di una disputa ereditaria per somme di poco conto relative alle spese vive sostenute per il funerale. Abbate che adesso è stato rinchiuso dagli agenti del Commissariato diretto dal vicequestore Mario Ceraolo nella Casa di reclusione di Barcellona per scontare la pena, era già finito in carcere la stessa sera del tentato omicidio che all’epoca fu contestato come delitto pluriaggravato dalla detenzione e porto di arma e dai futili motivi. L’uomo, infatti, non aveva esitato a ferire gravemente all’addome, al torace e alle braccia, oltre che al viso, il proprio cognato agendo con la presunta complicità dell’allora figlio minore. Figlio che successivamente, da minore e adulto, si è reso protagonista di numerosi episodi delinquenziali. Adesso l’ultimo atto di quella vicenda.(l.o.)
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