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Hotspot a Bisconte, si allarga il fronte del no

Hotspot in città, ancora proteste

Mai come questa volta il fronte politico è compatto destra, centro e sinistra, seppur con motivazioni differenti, dicono no all'hotspot di Bisconte voluto dal governo. E l'opposizione al centro che dovrebbe ospitare ben 2800 migranti, è riuscito a ricompattare per una volta anche l'intero fronte del centro destra. Domani, in una conferenza stampa che si terrà a Palazzo Zanca, illustreranno le ragioni del loro dissenso Forza Italia, Fratelli d'Italia, Movimento Nazionale per la Sovranità, Noi con Salvini e Scuola Politica. Nei giorni scorsi anche le forze della Sinistra e la stessa amministrazione comunale si sono scagliati contro il ministro Minniti ed il prefetto Morcone per una scelta assolutamente illogica ma anche la società civile ed il mondo dell'associazionismo si sono pronunciate contro la realizzazione dell'hotspot a Messina.
Ieri è stato il Soroptimist International d’Italia Club di Messina, per voce della presidente, la prof.ssa Giusi Furnari Luvarà ad esprimere solidarietà alla giunta comunale per il no alla struttura di Bisconte che non rispetta la dignità umana e va contro l'affermazione e la realizzazione positiva dei diritti umani. E questa è anche la posizione dell'amministrazione comunale ma c'è anche dell'altro che non può essere sottaciuto. Messina negli ultimi decenni è stata considerata la sorella povera d'Italia. La città scartata, spogliata delle sue strutture più importanti, scippata da sede dell'autorità portuale, con una Questura alla quale viene negata la qualifica di primo livello nonostante l'acclarata presenza del fenomeno mafioso soprattutto in provincia, depredata delle sue aziende più illustri, diventa la prima scelta quando c'è da appiopparle un centro che in Italia nessuno vuole. Senza alcuna analisi di carattere socio economica, senza valutare le conseguenze che una struttura del genere potrebbero avere nel tessuto sociale di una città già retrocessa nelle retrovie in tutte le classifiche sulla qualità della vita. E fatto ancor più grave la circostanza che un hotspot realizzato a Bisconte possa rappresentare un centro di reclutamento per la manovalanza per la criminalità organizzata che potrebbe attingere a piene mani da un esercito di disperati che non aspetterebbe altro che fuggire da un centro lager guadagnandosi da vivere commettendo reati.

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