Ancora tre mesi di proroga per i 400 ragazzi della Leopardi. Lo hanno deciso in comune accordo palazzo Zanca e l'Ispettorato del Lavoro al termine di una riunione mattutina che ha sbloccato l'impasse nella quale si era arrivati dopo il nulla di fatto nella ricerca di mercato per le alternative.
Una decisione che toglie tutti dall'imbarazzo e che mette a riparo da sorprese anche le famiglie dei ragazzi dell'istituto di Minissale.
Fino alla fine dell'anno scolastico dunque non cambierà nulla nello svolgimento delle lezioni e nell'utilizzo della struttura di piazza Stella Maris. Dopo il 9 giugno, scatterà un piano alternativo per cercare di accelerare i tempi dei lavori di messa in sicurezza. In base all'incontro di oggi in Dtl, l'assessore Pino, il direttore dell'ufficio Gaetano Sciacca e il professore Ivò Caliò, il consulente che già la prima volta aveva "periziato" la scuola dando lo sta bene al posticipo della chiusura, è emerso anche che potrebbero scattare in estate dei doppi turni di lavoro da parte dell'azienda che si deve occupare dei lavori di messa in sicurezza di tutto il plesso. Il raddoppio dell'impegno da parte delle maestranze consentirebbe di poter restituire la scuola o parte della scuola, dichiarata a rischio e chiusa da novembre a gennaio con ordinanza del sindaco, in tempo per l'avvio del nuovo anno scolastico.
Infatti la procedura di ricerca sul mercato di una scuola alternativa non è affatto semplice da sbloccare. Nessuna delle tre proposte arrivate in questi mesi è stata presa in considerazione per via dei problemi di sicurezza connessi alle strutture disponibili. I lavori di adeguamento alle normative non rendono conveniente a nessuno accettare un contratto d'affitto comunque breve. Morale della favola, se d'estate davvero, si dovesse riuscire a fare il grosso dei lavori di consolidamento della scuola, il problema della Leopardi sarebbe risolto, altrimenti la telenovela è destinata a proseguire in autunno.