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Concussione, arrestato
un ingegnere messinese

Concussione, arrestato un ingegnere messinese

Una cittadina che aveva presentato istanza all’ufficio tecnico comunale di Vittoria era stata dirottata verso uno studio privato di Catania per sbrigare le pratiche, ovviamente a pagamento. E i soldi finivano nelle tasche di una giovane ingegnere catanese e di un collega, titolare dello stesso studio ma che lavorava anche alle dipendenze del comune di Vittoria, accusato di organizzare gli appuntamenti. È quanto scoperto dopo mesi di indagini dalla polizia che ha arrestato per concussione e abuso d’ufficio Giuseppe Chiofalo, 53 anni, messinese, già allontanato a suo tempo dallo stesso comune per comportamenti irregolari. L’ingegnere - secondo l’accusa - già dirigente dell’ufficio urbanistica del comune di Vittoria, è stato sottoposto agli arresti domiciliari nella sua residenza a Messina. Mesi addietro, era pervenuta in  Commissariato a Vittoria la notizia che qualcuno all’ufficio tecnico lasciasse intendere, a chi presentava istanze a vario titolo, che fosse opportuno rivolgersi solo ad alcuni professionisti collegati a Chiofalo. 

Le indagini, grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali con microspie posizionate all’interno dell’ufficio tecnico, hanno consentito di appurare che l’ingegnere, in almeno un’occasione, aveva indotto una residente a revocare l’incarico ad un professionista di Vittoria per assegnarlo ad una donna ingegnere di Catania dove, per l’appunto, Chiofalo era il titolare dello studio. L’istanza dell’ingegnere di Catania veniva protocollata proprio da Chiofalo che, il giorno dopo la presentazione, la sottoponeva alla conferenza deputata a decidere sull’istanza.

Non a caso la giovane collega si recava da Catania a Vittoria solo per presentare la pratica. Alla professionista neolaureata andava una piccola somma di denaro, mentre Chiofalo intascava una consistente cifra per un lavoro da lui non svolto, ma organizzato in prima persona dirottando la richiedente dell’istanza verso la giovane ingegnere di Catania.

Nell’inchiesta sono confluite anche le telefonate che la stessa giovane ingegnere, preoccupata per il comportamento del suo datore di lavoro, faceva al fidanzato.  

La condotta illecita è stata interrotta quando Chiofalo, per favorire un amico, aveva ordinato ad alcuni operai del Comune di Vittoria di consegnare un’autobotte carica di acqua potabile ad un preciso indirizzo, senza però rispettare la lista di priorità. Da qui anche la contestazione del reato di abuso d’ufficio. Chiofalo, per ottenere favori e privilegi - sempre secondo l’accusa - andava poi in giro con l’auto intestata al proprio studio ingegneristico, mostrando paletta e lampeggiante in dotazione, usati anche per non pagare il parcheggio in aeroporto.

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