Una casa per Cristian. È un diritto. È umanità. Cristian ha 16 anni e vive in una delle “case fantasma” di Zafferia, respira solo con un polmone e ha come compagna inseparabile, accanto al suo lettone, una bombola d’ossigeno e tante altre strane apparecchiature. Mangia tramite una PEG (Gastronomia endoscopica percutanea) e ogni volta che sente gente in casa, nel suo dolcissimo modo, chiama la mamma.
Una mamma, forte e adorabile, che lo ha portato da Papa Francesco. Ma che non è ancora riuscita ad allontanarlo definitivamente da una casa troppo pericolosa, a cui a dare un’immensa dignità sono solo le cure di chi la occupa. Perché la mamma di Cristian, da 10 anni, ridipinge le pareti ogni tre mesi e ogni giorno combatte con un’aria che non ossigena, ma soffoca. Che sembra, minuto dopo minuto, togliere un pezzo di respiro al sorriso di Cristian.
Da anni la combattiva signora cerca di andare via, da tempo ha attivato la procedura con Palazzo Zanca… ma Cristian non può vivere ai piani alti e, dopo essere stato negli ospedali di mezza Italia, non può abitare troppo lontano dai luoghi dove svolge le sue terapie. Qualche tempo fa la mamma ha investito della questione l’assessore Sebastiano Pino.
Ieri, quasi tra le lacrime, raccontava che non è ancora stata trovata una soluzione. Che si sente abbandonata. E che, per suo figlio, chiede solo un po’ di dignità: solo di abitare una casa che non metta ulteriormente a repentaglio le sue condizioni di salute.
L’assessore al Risanamento, contattato ieri, risponde che l’unica abitazione al primo piano disponibile immediatamente si trova sul viale Giostra: troppo lontano per le esigenze di chi non vuole perdere un attimo per curare il figlio.
«Mi attiverò con gli uffici per verificare nuovamente se qualche abitazione nella zona sud si è liberata – afferma Pino –, quella di Cristian per noi è una priorità e non lasceremo da sola la sua famiglia». (t.c.)