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Gli appalti del G7, il "listone" dei soliti noti

Gli appalti del G7, il "listone" dei soliti noti

Cene di gala da 200-250 euro a persona. Poltrone “alte”, quelle su cui siederanno Trump e gli altri potenti della Terra, da 160 euro cadauna. Cesti di fiori per i tavoli delle riunioni e della ristorazione da 110 euro. Ovviamente le autovetture con autistra, fino a 500 euro per 10 ore di servizio. Eccetera, eccetera. Gli “eccetera” targati G7 sommano la bellezza di 25 milioni 370 mila euro. Ossia il budget messo a disposizione dal Governo per l’intero anno di presidenza del summit dei Paesi più industrializzati del mondo, di cui la due giorni taorminese di maggio è la punta dell’iceberg. Il vero business, in termini di appalti, è rappresentato da tutti i servizi che dovranno essere garantiti per i vari eventi, dal vertice dei capi di Stato che si terrà a Taormina il 26 e 27 maggio alle riunioni ministeriali e preparatorie. E quindi direzione, segreteria, accoglienza, accompagnamento, trasporto, sistemazione alberghiera, servizi grafici e tipografici, ristorazione, omaggi e doni (previsti 6 mila pezzi per i soli due giorni taorminesi), e poi allestimenti, arredi, impianti tecnici. Insomma, eventi da organizzare a 360 gradi, “chiavi in mano” è il termine tecnico. Un compito delicato, che si è deciso di affidare, anche in questo caso, tramite la tanto discussa Consip. La quale, a sua volta, ha fin qui scelto aziende molto più che “collaudate”.

Quattro lotti

La gara a procedura aperta pubblicata il 16 settembre scorso dalla Consip è divisa in quattro lotti. Tre di questi sono già stati assegnati, rimane l’ultimo, il “pezzo grosso” da 12,4 milioni riguardante proprio il vertice taorminese. Il primo, invece, è quello dall’importo più basso, circa 600 mila euro: il servizio di accreditamento e controllo accessi è stato affidato alla “Schema31 Spa”, di cui numero uno è Salvatore Manzi, ingegnere dato per vicinissimo all’ex premier Renzi, da cui è stato nominato membro della Stmicroelectronics, azienda controllata dai governi di Italia e Francia. Il lotto 3, da 1,8 milioni, si limita ai cosiddetti incontri preparatori. Ad aggiudicarselo, la My Ego srl (nel proprio portafoglio una sfilza di enti pubblici tra cui il ministero della Salute) e il raggruppamento Ab Comunicazioni srl - Spazio Eventi srl, anch’esse già note tra Expo e parenti di ex ministri (socio di Spazio Eventi è Fabrizio Fitto, cugino dell’ex ministro Raffaele, come rivelato da “L’Espresso”).

La torta da 10 milioni

Pochi giorni fa è stato aggiudicato uno dei lotti più sostanziosi, il numero due. Quello che si concentra su incontri ministeriali e altri eventi politici, che si terranno nel corso dell’anno, a partire dal mese in corso. Varie sessioni di lavoro, cene istituzionali per ministri e ospiti vip, aree buffet, eccetera. Un “pacchetto” da 10,5 milioni, che Consip ha assegnato a tre raggruppamenti di imprese. Nei quali i nomi arcinoti si sprecano. Il primo raggruppamento è formato da “Triumph Italy Srl” e “La Torre Srl”. La Triumph è una sorta di “monopolista” dei grandi eventi. E la presidente, Maria Criscuolo, è un personaggio di quelli che contano nei salotti romani e non solo. Già consulente per l’organizzazione dei G8 del 2001 a Genova e del 2009 a L’Aquila, consigliera di ministri e degli ex sindaci della Capitale Rutelli e Veltroni, consulente del presidente della Regione Lombardia per l’Expo. Il termometro della sua influenza lo dà un “particolare” festeggiamento del suo compleanno, nel 2012, che la fece balzare sulle prime pagine: a colpire fu la location, il sotterraneo delle Terme di Caracalla, sito archeologico a quel tempo chiuso al pubblico, nel quale però ospitò trecento invitati, tra cui l’ex ministro Fornero. Ma ciò che conta sono gli appalti: nel 2015 ne ottenne cinque, da 1,7 milioni, per il semestre italiano di presidenza Ue.

Piaceri slow-food

Il secondo raggruppamento è un’accoppiata: l’agenzia di comunicazione “Pomilio Blumm”, che per organizzare gli eventi dell’Expo per conto dell’Ue ha gestito un budget da 6 milioni di euro, e con 5 milioni investiti dall’Agenzia nazionale del turismo ha messo in piedi la campagna promozionale “Made in Italy”; l’azienda “Piaceri d’Italia”, che si occupa di ristorazione e catering. E soprattutto, esaltando la cultura slow-food, gestisce il catering ufficiale di Eataly, l’azienda di Oscar Farinetti, già finita nel “ciclone” Expo. Farinetti, si sa, è più che amico di Renzi. E proprio “Piaceri d’Italia” ha curato il catering di cene ufficiali di raccolte fondi del Pd. Eventi glamour da 600 invitati e 650 mila euro di incassi.

Il gruppo dei nomi noti

L’ultimo raggruppamento è formato, in realtà, da due facce della stessa medaglia, il gruppo “Hdrà”. Qui i nomi noti sono tanti. Dal ceo e titolare della stragrande maggioranza delle quote societarie, Mauro Luchetti, anche lui pienamente integrato nella galassia renziana (la sua residenza romana ospita spesso cene “para-politiche”), alla numero due, Benedetta Rizzo, ex braccio destro nel ramo comunicazione di Enrico Letta, anche lei entrata in orbita “giglio magico” con una lunga sfilza di incarichi istituzionali. In Hdrà c’è pure Marco Forlani, ex responsabile relazioni esterne di Finmeccanica. E c’era, come vicepresidente, Giovanni Parapini, dimessosi quando è rientrato tra le nomine Rai del Governo Renzi: adesso è il nuovo capo della Comunicazione e delle Relazioni istituzionali di viale Mazzini. Ma l’Hdrà non ha perso appeal, avendo lavorato per Enel, Eni, Poste, Ferrovie, Coni, Inps. E ora anche per il G7. Un lungo anno di eventi, summit. E appalti.

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