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Messina subisce,
è qui l’hotspot

Messina subisce, è qui l’hotspot

Tante bugie dette in tutti questi mesi e una sola certezza: Messina, assieme a Mineo, dovrà accollarsi il peso di ospitare il nuovo hotspot, il Centro per richiedenti asilo voluto dall’Unione europea e imposto, senza alcun consenso di istituzioni ed enti locali, dal Governo nazionale. Un Centro che si aggiunge a quelli già operativi di Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto. Quatto su cinque in Sicilia, ovviamente. Come se la tragedia epocale delle migrazioni nel Mediterraneo fosse solo una questione siciliana.

Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, dice che l’Italia ha onorato «gli impegni con l’Europa» e ha ribadito le cifre impressionanti dei flussi migratori: dal 2014 sono giunte in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale 505mila persone. Sono 15.844 gli arrivi nel 2017, con un aumento del 70% rispetto allo stesso periodo del 2016.

Messina, dunque, ospiterà, nelle aree della caserma Gasparro di Bisconte, il nuovo Centro di identificazione dei migranti. La capienza arriverà fino a 2800 persone. Un intero paese o villaggio nel cuore di un quartiere dai gravi problemi economico-sociali e sottoposto a forti condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Il nuovo Centro rischia di generare fenomeni impressionanti di clandestinità e di regalare manodopera ai clan mafiosi.

Il sindaco di Messina Renato Accorinti, che pure non può certo essere etichettato come “leghista” o contrario all’accoglienza dei migranti, ha più volte ribadito la propria assoluta contrarietà al progetto dell’hotspot di Bisconte. E ieri sono state le parole dell’assessore alle Politiche sociali Nina Santisi a riaffermare la contrarietà da parte dell’intera amministrazione comunale: «Sono sorpresa per questa decisione che cozza con le nostre politiche di accoglienza. I contatti recenti con Morcone e con la Prefettura non lasciavano pensare che si arrivasse a questa scelta». In realtà, lo si sapeva benissimo, da parecchi mesi, che il Governo aveva bandito una gara da quasi due milioni di euro per ristrutturare le aree attorno alla caserma di Bisconte. E nonostante le rassicuranti “bugie” di ministri e deputati, il risultato era scontato.

Si dice «sgomento» il parlamentare dei Cinque Stelle Francesco D’Uva: «Gli hotspot, dovunque sono stati creati, si sono rivelati strumenti fallimentari, luoghi che, invece di accogliere i migranti, li trattengono, li bloccano e li respingono. L’Europa ha mai rispettato gli accordi sul ricollocamento? Abbiamo sempre sostenuto come Cinque Stelle l’ipotesi di un’accoglienza diffusa che puntasse sui sistemi Sprar piuttosto che sui grandi hotspot. È una decisione assurda, contro la quale ci batteremo in tutte le sedi possibili».

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