E' stato un lungo pomeriggio quello trascorso ieri sulla Sansovino dai periti di parte e della Procura nominati nell'inchiesta sulla morte di tre marittimi avvenuta lo scorso 29 novembre. La nave era ormeggiata al nolo Norimberga e lì persero la vita Cristian Micalizzi, Gaetano D’Ambra e Santo Parisi, probabilmente intossicati dopo che dalla cassa di sentina, contenente acque reflue, si sprigionò acido solfridrico. Il procuratore Giovannella Scaminaci ed il sostituto procuratore Marco Accolla nei giorni scorsi avevano disposto il dissequestro parziale della Sansovino dopo i ripetuti sopralluoghi eseguiti nei mesi scorsi. Ieri i periti hanno cercato e trovato a bordo della nave i disegni della sentina, documenti che riportano lo stato degli impianti della nave che devono trovare rispondenza nella realtà. Fra questi ad esempio la posizione delle prese d’aria e delle condotte, particolarmente importanti in questa inchiesta. Quello di ieri, dopo il ritrovamento dei documenti, potrebbe essere l'ultimo sopralluogo dei periti che dovranno consegnare la relazioni ai magistrati titolare dell'inchiesta. Non è escluso che nei prossimi giorni l'avvocato Gullino che assiste gli armatori, possa presentare una nuova richiesta di dissequestro della Sansovino che dovrà riprendere la navigazione verso Lampedusa. Nell'inchiesta sono indagati Salvatore Virzì, il comandante del Sansovino, il direttore di macchina Fortunato De Falco, Luigi Genghi, amministratore delegato di Caronte & tourist, la società che ha rilevato il Sansovino e l'intera flotta Siremar, e Giosué Agrillo, titolare di una società che svolge il ruolo di "agente marittimo" della Caronte e Domenico Ciccò, ispettore tecnico della società responsabile della sicurezza. Indagata anche la società Caronte Tourist Isole Minori. Proprio ieri grazie ad una raccolta fondi effettuata dai dipendenti di Caronte & Tourist e dagli armatori sono stati consegnati 87.000 euro alle famiglie dei marittimi morti nell'incidente.