Citato pure su Wikipedia l'acquario di Villa Mazzini risulta, così si legge, non più visitabile fino a data da destinarsi. E', o meglio era, una delle due strutture scientifiche di tale genere esistenti nel Mezzogiorno d'Italia insieme all'Acquario di Napoli. Chiuso da due anni quello di villa Mazzini, costruito negli anni 60, è in pratica rimasto come allora. Solo manutenzione ordinaria e piccoli accorgimenti che non possono bastare per riaprire e rilanciare lo spazio espositivo. Una struttura che dalla sua costruzione da parte dell'istituto Talassografico, è stata gestita da diversi Enti e anche da un consorzio formato da Università, Cnr e Comune. Personale specializzato aveva nel tempo garantito la cura delle specie e la pulizia delle vasche, tutto fino al 9 marzo 2015 quando il Corpo Forestale dello Stato di Catania chiuse la struttura perchè non in regola con le disposizioni sull'esposizione di pesci e di altri reperti fossili legati al mare. Una multa di 40 mila euro e poi l'affidamento della gestione dell'acquario, passato esclusivamente al Comune, tramite gara d'appalto annuale. Ed è un continuo stillicidio il mantenimento di una struttura, con il personale contato, che ormai ha fatto il suo tempo e avrebbe bisogno di un restyling a tutto tondo a cominciare dagli impianti. Le pompe di aspirazione, che portano l'acqua direttamente dal mare alle vasche, sono ormai datate e mantenerle in uso è un controsenso con i sistemi più moderni di ricircolo che adesso si potrebbero installare. Nonostante tutto da qualche giorno si sono concluse due gare d'appalto, una da 55 mila e 700 euro per la gestione curatoriale delle vasche e degli organismi marini vinta dall'impresa Gallo, e l'altra, da 18 mila euro al netto del ribasso d'asta, per le riparazioni da effettuare. Tutte somme che servono per una sopravvivenza delle specie e non per un vero rilancio della struttura. Piccoli lavori come la realizzazione di una vasca tattile didattica di 3,50 per 1,20, l'illuminazione della sala e i percorsi guidati per gli acquari a parete non hanno senso se poi la struttura continua a rimanere chiusa al pubblico. Sarebbe il caso di intercettare delle risorse, magari comunitarie, impostando dei progetti mirati, per fare il salto di qualità che manca da anni. In uno spazio centrale come la villa Mazzini anche il prospetto esterno andrebbe ripensato dando magari un tocco nuovo a un edificio ormai superato.