Il lungo giorno dell’accusa alla maxi udienza preliminare per i giudizi abbreviati dell’operazione antimafia “Gotha 6”, s’è concluso con la richiesta di due condanne a 30 anni di carcere e altre sei meno pesanti. Al centro la lunga scia di omicidi che vede al centro Cosa nostra barcellonese. Ed è uno dei tanti capitoli dell’inchiesta della Dda di Messina sulla cosca mafiosa e sulle sue varie propaggini, lungo la dorsale tirrenica della nostra provincia.
Le indagini della Dda hanno puntato i riflettori su mandanti ed esecutori di ben 17 omicidi ed un tentato omicidio, avvenuti tra il 1993 ed il 2012 nel barcellonese. In pratica tutti gli “aggiustamenti” e le “punizioni” che in un vasto arco di tempo furono decise dalla cupola criminale.
Grazie a indagini molto meticolose, sono stati individuati mandanti, esecutori materiali e moventi delle singole esecuzioni, tutte accomunate dall’obiettivo precipuo della cupola mafiosa all’epoca capeggiata per lungo tempo dal boss Giuseppe Gullotti, ovvero quello di controllare totalmente il territorio.
Ieri mattina a Messina si è infatti aperta la discussione davanti al gup Monia De Francesco del procedimento con il rito abbreviato per gli otto imputati che ne hanno fatto richiesta. Poi tutto è stato aggiornato al 23 marzo.
Nel dettaglio, i pubblici ministeri della Dda Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo, i due magistrati che da anni coordinano le inchieste antimafia della provincia peloritana lavorando con la polizia, i carabinieri e la Dia, hanno chiesto la condanna a 30 anni per il boss novarese Tindaro Calabrese, ex capo del sottogruppo dei Mazzarroti, e per Carmelo Salvatore Trifirò. Chiesti inoltre 10 anni per Salvatore Chiofalo, che risponde di tentato omicidio.
Per i cinque collaboratori di giustizia i due pubblici ministeri hanno sollecitato - in alcuni casi considerando l’istituto della “continuazione” con altre sentenze precedenti -, 6 anni per Nunziato Siracusa, 12 anni per Santo Gullo, 8 anni per l’ex boss Carmelo D’Amico, 14 anni per il fratello Francesco D’Amico e 10 anni per Franco Munafò. Per tutti è stata sollecitata la concessione dell’articolo 8 della legge 203/91, l’attenuante per i pentiti che hanno fornito la collaborazione alle indagini con le loro dichiarazioni.
L’udienza preliminare di ieri davanti al gup del Tribunale di Messina Monia De Francesco, era nei confronti di mandanti ed esecutori di ben 17 omicidi e di un tentato omicidio, avvenuti tra il 1993 ed il 2012 nel barcellonese. In pratica vent’anni di esecuzioni mafiose.
Lunga la lista dei fatti di sangue agli atti di quest’ultima imponente inchiesta, in un arco temporale molto vasto: si parte dall’omicidio di Domenico Pelleriti, avvenuto a Terme Vigliatore il 23 luglio 1993, e si chiude con l’eliminazione di Giovanni Isgrò, il 1. dicembre 2012, un’esecuzione in un salone da barba a Barcellona. Tra i personaggi di primo piano coinvolti nella “Gotha 6” ci sono i boss Gullotti, Rao, Di Salvo e Calabrese, con i primi tre che si sono succeduti ai vertici della famiglia mafiosa dei Barcellonesi nell’ultimo ventennio.