Non si parlerà più di svincolo autostradale sulla “A18” ad Alì Terme, così come a Nizza di Sicilia, Fiumedinisi e Alì. Se c’era infatti ancora qualche flebile fiammella di speranza per vederlo realizzato, questa è stata spenta definitivamente dalle indicazioni emerse dal nuovo Prg, dal quale è stato tolto il vincolo sull’area dove avrebbe dovuta essere costruita l'opera. Motivo? Non esiste un progetto né tanto meno i soldi.
Una scelta, questa, non da tutti condivisa perché quella zona, si è convinti, doveva rimanere vincolata con la speranza che negli anni futuri avrebbero potuto esserci le opportunità economiche per costruirlo. Dunque una pietra tombale su una storia vecchia oltre un ventennio e che ha visto, di volta in volta sul palco delle sfilate politiche, amministratori locali, deputati nazionali e regionali. E chi non ricorda i numerosi tavoli tecnici attorno ai quali ci si affannava a dare risposte ad intere comunità, fiduciose che prima o poi quell'opera strategica sulla sponda sinistra del Nisi, tra Alì Terme e Nizza, si sarebbe costruita. Vent’anni, insomma, di parole per racimolare magari una manciata di voti o rimediare qualche applauso.
Adesso, invece, è calato il sipario su una commedia che ha lasciato il posto ai fischi e tanta rabbia per un finale che suona come un gigantesco inganno. Eppure fino a pochi mesi fa c’era ancora qualcuno che si affannava ad assicurare che lo svincolo sarebbe diventato realtà per i paesi della Valle del Nisi ma che, però, non aveva considerato che erano necessari un progetto e 32 milioni di euro, 15 dei quali, almeno sulla carta, sono stati inseriti nel “Patto per Messina”. Una cifra enorme per una infrastruttura che doveva essere fruita da poco più di 7.000 abitanti. E questo doveva far riflettere, magari semplicemente tenendo conto dei costi-benefici. Quindi, con buona pace di tutti, la telenovela è giunta all'ultima puntata con i titoli di coda scritti dagli amministratori di Alì Terme.