Omicidio colposo, è questa l’ipotesi di reato che la Procura di Milano avanza nell’inchiesta sulla morte di Tiziana Mangano, la trentenne originaria di Capo d’Orlando e deceduta il 3 febbraio scorso dopo che la sua utlitaria, sbandando, è finita contro il guard-rail. Proprio la barriera, che avrebbe dovuto salvarle la vita, sarebbe stata la causa della sua morte.
L’autopsia, disposta dalla Procura ed eseguita nell’obitorio di piazza Gorini, pare aver confermato quanto emerso durante le prime concitate fasi di soccorso e cioè che un pezzo di lamiera del guard rail si sarebbe conficcato nel fianco determinando le gravi ferite che poi avrebbero portato la giovane alla morte. Il referto ufficiale, comunque, si avrà solo tra un trentina di giorni. Intanto il pm Sergio Spadaro, titolare dell’inchiesta, si appresterebbe ad ascoltare tutti i responsabili della gestione e manutenzione di quel tratto di strada e i testimoni che avrebbero assistito all’incidente.
Roberto, il fratello di Tiziana – che è la cugina di Lorena Mangano, la giovane universitaria vittima di omicidio stradale l’anno scorso a Messina – ricordando la sorella, ha ribadito la volontà della famiglia di perseguire con determinazione la verità, quella verità che sola può favorire politiche e misure di sicurezza per quanti in auto percorrono le strade.
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