L’ultimo atto della giunta Accorinti o il primo che annuncia la volata di fine mandato? Se il rebus sarà sciolto oggi in tardissima serata, o forse nel cuore della notte, un dato è certo: la Variante “salvacolline” non è più soltanto un annuncio. Ieri, infatti, l’esecutivo comunale ha approvato la delibera – che dovrebbe andare in Aula oppure sarà gestita, poi, dall’eventuale commissario regionale – di adozione della “Variante parziale di tutela ambientale del Prg”. Un atto che il sindaco Accorinti e l’assessore proponente, Sergio De Cola, definiscono «di grande importanza, che prende origine da una delibera del precedente consiglio comunale, e che apre una nuova frontiera nelle politiche urbanistiche in città».
Accorinti e De Cola citano Lewis Mumford a proposito del rapporto tra urbanistica e territorio: «La natura non deve essere conquistata o peggio ancora combattuta, deve piuttosto essere trattata come un’amica, le cui vie devono essere comprese e il cui consiglio deve essere rispettato. È a questo paradigma che crediamo debbano ispirarsi le azioni di pianificazione avendo come obiettivo principale la conservazione delle risorse ambientali, il controllo del consumo di suolo, la rigenerazione urbana e il riuso del patrimonio esistente. In questa direzione vanno anche altre azioni già intraprese dall’Amministrazione: Il Patto per la Falce, il progetto Capacity, la mitigazione degli impatti nelle pianificazioni esecutive in corso (Piau e Mortelle Tono). Tenendo insieme all’interno di un’unica visione di sviluppo sostenibile tematiche ambientali e tematiche urbane crediamo sia doveroso e possibile dotare la città di Messina di strumenti coerenti con i principi prima esposti».
La Variante parziale di tutela ambientale del Prg – sostiene la Giunta – «è un punto di svolta rispetto ad una nozione riduttiva del territorio interpretato come spazio astratto, un “foglio bianco” al servizio della localizzazione di insediamenti residenziali e produttivi. Con questo strumento si ribadisce che il nostro territorio è invece un testo già scritto dalla natura con una sua forma e con condizioni ambientali e paesaggistiche da intendersi come parti “non negoziabili”, come invarianti, come testo contenente quello che deve essere inteso come “statuto” di un luogo. Nel pensiero urbanistico da tempo si pone al centro il rispetto dell’equilibrio con l’ambiente con cui ci si confronta prevedendo trasformazioni del territorio che devono avvenire nel rispetto e nella tutela delle risorse naturali». Il dato più rilevante è che saranno destinati a verde 2,8 milioni di metri cubi, con una conseguente drastica riduzione di cubatura all’interno della nuova Banca dei volumi.