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Padre Carlo derubato mentre dice la messa

Padre Carlo derubato mentre dice la messa

È uno dei parroci più ispirati della Chiesa messinese, ma quanto ha subito tra domenica e lunedì, da parte di alcuni banditi, lo ha scosso davvero. E per una sola ragione: danneggia quei ragazzi e bambini che frequentano con gioia la sua parrocchia “tirrenica” fatta di ben 4 chiese: Rodia, San Saba, Piano Torre e Calamona.

Doppia incursione di ladri, dunque, ai danni di padre Carlo Olivieri – un furto consumato, uno tentato – in appena 8 ore tra sabato e domenica scorsi. I banditi, verosimilmente gli stessi, hanno preso di mira i beni della parrocchia di Rodia: la prima volta tra le 18 e le 19 di sabato, mentre padre Carlo celebrava la messa a Piano Torre, riuscendo nel loro intento e razziando arredi e soldi; la seconda volta, con pervicacia criminale, alle 3,30 del mattino dopo mentre il parroco dormiva. In questo caso un vicino s’è accorto dell’irruzione ed ha dato l’allarme con le sue grida, facendo fuggire i malfattori.

Ma veniamo al furto compiuto, quello che ha fatto male davvero. I ladri hanno sfondato due porte, quella della canonica e quella di una stanza dell’abitazione del parroco, e trafugato tutti i beni: un televisore da 50 pollici, acquistato a beneficio dei giovanissini frequentatori della parrocchia; due computer, uno della chiesa e l’altro di proprietà personale; e naturalmente tutto il denaro contante presente tra indumenti e cassetti, circa 1000 euro di cui 500 euro appartenenti alla parrocchia.

Padre Carlo Olivieri ha denunciato ai carabinieri entrambi i gravi episodi, verosimilmente opera delle stesse persone. I rilievi sono stati eseguiti dai militari della stazione di Castanea che hanno avviato serrate indagini. Si spera che possano consentire, oltre che la punizione dei colpevoli, anche il recupero di quei beni preziosi per i ragazzi della parrocchia. Un parroco che opera da solo per un’area urbana sconfinata (d’inverno poco popolosa con circa 1500 abitanti che d’estate diventano 10.000) e che deve necessariamente dividersi tra un luogo e l’altro, tra una chiesa e l’altra.

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