Succede di tutto in serata a Palazzo Zanca e dintorni. Mentre il Pd chiede un incontro urgente con le forze del Centrosinistra per definire una posizione unitaria in merito alla mozione di sfiducia nei confronti della giunta Accorinti, l’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher comunica, di fatto, il suo distacco definitivo dal sindaco e dalla sua amministrazione. In un commento postato su Facebook, Eller parla di una «grave questione politica che mi sbarra il cammino istituzionale e amministrativo a Messina». E spiega quale sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
«Gentilmente il consigliere Rella mi aveva invitato al dibattito in Comune con Stefano Fassina che, tra l’altro, è un economista e ha avuto ruoli ministeriali. Tutto sommato le sue ragioni politiche hanno avuto un senso e sono rimaste nel quadro di un’analisi e proposta politica rispettabile. Prima, però, ho dovuto ascoltare molti interventi spesso infarciti da vere offese alla storia e alla politica del Pd, senza che chi moderava o altri si sentissero in dovere morale di limitare o di chiedermi una breve controreplica. Che tristezza e pochezza, se non squallore, da parte di alcuni». Ma l’aspetto più grave, per Eller, è un altro: «È intervenuto, con una certa eleganza d’animo ed eloquio, pure il sindaco Renato Accorinti senza, però, politicamente smarcarsi da tale deriva denigratoria, anzi cercando sponda politica da Fassina e forse trovandosi pienamente a suo agio con taluni, collocandosi inoltre (lui primo cittadino di “tutti” e capo di un’amministrazione pubblica) con movimenti venatamente estremisti e ideologizzati che di civico hanno ben poco. Mi sembra – insiste l’assessore – che la mutazione genetica in corso della cosiddetta “lista Accorinti” sia assai preoccupante e metta in discussione la possibilità di svolgere il mio neutrale e terzo ruolo e offrire il mio apporto tecnico-istituzionale e amministrativo, svolto sempre per il bene di Messina. Non posso confondermi con certuni poiché a tutto c’è un limite, tra l’altro sapendo bene Renato come la penso e quale straordinario contributo di idee e sostegno i “negletti” personaggi del Pd al Governo hanno dato con lealtà e correttezza a Messina». Eller vuole confrontarsi «con i carissimi amici della Giunta» ma la sua scelta sembra ormai fatta: «Personalmente ora basta, mi considero completamente libero, ribadendo con forza a tutti i messinesi che, pur con le mie modestissime forze, ho sempre fatto di cuore tutto per il bene di questa sofferente e stupenda città, con grande e sincero rispetto delle altre forze politiche, ma orgoglioso di sentirmi parte di questo grande Partito democratico e di tutti i suoi alleati». Se non è un congedo, questo...
E a proposito di Pd, proprio ieri sera si è svolta una lunga riunione, alla quale hanno preso parte la deputazione nazionale e regionale, il sub commissario, i consiglieri comunali, i presidenti ed i consiglieri di circoscrizione, e una folta rappresentanza degli iscritti della città. «Unanime – si legge nel breve documento stilato dal Pd – è stata la valutazione negativa sulla esperienza amministrativa della giunta Accorinti e, in ragione della prossima scadenza, si è discusso di chiedere un incontro urgente alle forze politiche di centrosinistra, che sostengono i Governi nazionale e regionale, per definire una posizione unitaria sulla sfiducia. Nel contempo si è stabilito che va definito al più presto un percorso democratico, che coinvolga le migliori energie della città, ed un progetto di governo che restituisca a Messina il ruolo che merita, sotto il profilo politico, economico e sociale».
Dopo l’accelerata impressa all’iter della “sfiducia”, che era rimasto congelato per sei mesi e che solo negli ultimi giorni si è sbloccato con le firme della presidente del consiglio comunale Emilia Barrile e soprattutto della capogruppo del Partito democratico Antonella Russo, ora il Pd vuole il conforto di tutti gli “alleati”. La richiesta è indirizzata ovviamente al Pdr-Sicilia Futura (i Democratici Riformisti di Beppe Picciolo) e ai Centristi di Area popolare (l’ex Udc di D’Alia e Ardizzone e Ncd di Garofalo, Mancuso e Germanà). Si vuole creare un fronte compatto in Aula ma soprattutto gettare le premesse per un progetto condiviso in vista del “dopo-Accorinti”. Non è un percorso facile e il Pd, che oltretutto è atteso dall’appuntamento congressuale di febbraio, lo sa bene.
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