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Scoperti 191 falsi braccianti agricoli

La prima attività ispettiva delle Fiamme Gialle aveva l’obiettivo di accertare l’effettiva esistenza e la reale operatività di un’azienda agricola nel settore olivicolo e della coltura di frutta a guscio, operante nei Comuni di Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi e Sant’Angelo di Brolo. E' stato dimostrato che numerosi rapporti di lavoro, instaurati tra il titolare della stessa azienda e ben cento braccianti, erano fittizi. Inoltre, undici di loro erano stati assunti, in un periodo differente, anche da un’altra azienda agricola della stessa zona e del medesimo settore. Quindi gli accertamenti sono stati estesi anche alla seconda ditta, dove sono stati individuati novantuno lavoratori agricoli assunti con le medesime modalità illecite. I finanzieri di Patti hanno scoperto che la truffa si concretizzava nell’instaurazione, soltanto sulla carta, di rapporti di lavoro in agricoltura a tempo determinato, che però non si concretizzavano mai, o solo in parte, rispetto alle giornate lavorative dichiarate. La truffa consisteva, dunque, nel costituire aziende senza alcuna struttura organizzativa, né capacità economiche tali da giustificare l’assunzione di numeri così elevati di dipendenti, presentando all’I.N.P.S. denunce aziendali contenenti dati non veritieri come, ad esempio, disponibilità di terreni superiori a quelle effettive. Negli anni 2013 e 2014, per terreni situati nei comuni nebroidei di Gioiosa Marea, Librizzi, Ficarra, S. Angelo di Brolo e Sinagra, le ditte in questione hanno documentato un fabbisogno di lavoro in misura sproporzionatamente superiore a quello effettivamente necessario, quantificato complessivamente in ventiseimila giornate lavorative fittizie, procurando, dunque, ai lavoratori un ingiusto profitto pari alle somme di denaro dovute dall’I.N.P.S. a titolo di indennità per disoccupazione, prestazioni per malattie e maternità, assegni familiari e contribuzioni pensionistiche. Il danno economico quantificato si pone sopra i quattrocentomila euro. I due titolari delle ditte individuali, di 67 anni e di 36 anni, residenti rispettivamente a San Pier Niceto e a Raccuja, in concorso con i centonovantuno falsi braccianti agricoli, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Messina perché ritenuti, a vario titolo, responsabili del reato di induzione al falso del pubblico ufficiale e truffa ai danni degli enti previdenziali, che prevede la reclusione da 1 a 5 anni. I finanzieri hanno inoltre sequestrato trenta ettari di terreni, per un valore di circa trecentomila euro, su provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Monia De Francesco, su richiesta del Sostituto Procuratore Roberta La Speme.

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