Saranno regolarmente aperte le scuole oggi in città a seguito della riduzione del livello dell’allerta meteo-idrogeologico ed idraulico, da rosso ad arancione, decisa dalla Regione già nel pomeriggio di ieri.
È stata questa, a lungo, la conferma, o smentita, più ricercata da migliaia di famiglie messinesi. In molti, avevano dato per certo un provvedimento di chiusura per il fatto che sabato era stato dichiarato l’allerta rosso. Ma il quadro, ieri, è cambiato. Una volta verificato che il fronte delle precipitazioni più intense, atteso nel messinese, si era spostato sul versante catanese ed agrigentino, la stessa previsione di pioggia per Messina (dalle 24 di ieri alla tarda mattinata di oggi) non è più risultata, per le sue quantità, meritevole dell’allerta rosso. «Pertanto – spiega l’assessore alla Protezione civile comunale, Sebastiano Pino – non c’era motivo di chiudere le scuole per la sola pioggia, con un allerta arancione».
I veri problemi riguardano invece l’insabbiamento degli approdi di Tremestieri. Come previsto dalla società danese Dhi, si è riformata nel bacino, dalla banchina esterna verso quella di riva, un’isola di sabbia molto consistente. Potrebbe risultare proprio di 20.000 metri cubi, come stimato dai danesi, certo è che la chiusura integrale del mini porto – già disposta alle 23.40 di sabato – è destinata a durare a lungo. Si attende già l’arrivo da Pescara della draga dell’impresa veneta Lmd, sotto contratto con l’Authority per smaltire sino a 30.000 tonnellate. Ed è pure certo che per aprire i cantieri, dragare e poi collaudare i fondali, ci vorranno almeno una decina di giorni.
Da tutto ciò derivano purtroppo anche pesanti conseguenze occupazionali e retributive sulle quali i sindacati dei terminalisti della societa Comet, che gestisce il porto, scendono in campo con una nota congiunta. Fast Confsal e Ugl – scrivono Antonino Di Mento e Guglielmo Pellegrino – hanno già richiesto la convocazione urgente di un tavolo con la Prefettura, l’Autorità portuale, il Comune e della stessa azienda, al fine di convenire alla stipula di un accordo che preveda, in caso di chiusura degli approdi, il pagamento delle giornate lavorative in cui il personale rimane fermo a causa di tali fenomeni». Rimarcano: «non è più possibile caricare sui lavoratori le responsabilità delle carenze strutturali, in attesa dell’avvio dei cantieri per la realizzazione del nuovo porto, pertanto auspicano che si provveda al più presto ad una forma di “risarcimento del danno”, ormai da troppo tempo tollerato».