Adesso ci sono anche i limiti temporali alla votazione della sfiducia. Li ha fissati ieri sera il segretario generale Antonio Le Donne rispondendo ad una richiesta della presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. La mozione andrà in aula in un giorno che va dal 29 gennaio al 18 di febbraio. Il dibattimento infatti non può avvenire prima del decimo giorno successivo alla presentazione della mozione ma entro il trentesimo. Le due date però erano tutt’altro che scontate alla luce del vuoto normativo su su due aspetti. Quando la mozione fosse divenuta efficace e se fosse valida anche se avviata nel luglio dell’anno scorso e chiusa sei mesi dopo. La risposta per entrambe le questioni l’ha data sempre Le Donne. I termini temporali sono definiti dall’apposizione della firma di Antonella Russo, capogruppo del Pd, il 19 gennaio e non occorre altro protocollo e soprattutto e’ ritenuta accettabile anche la forma progressiva della sottoscrizione, cioè che le firme siano arrivate a mo’ di petizione aperta in sei mesi e non contemporaneamente. Altro discorso sono le motivazioni della sfiducia che in alcuni aspetti appaiono superate dagli eventi, pur rappresentando un excursus di tre anni di azione amministrativa e non solo degli ultimi sei mesi.
Ma quando entrerà in aula la attesa mozione? Realisticamente il voto arriverà a febbraio inoltrato. I tempi li detterà la conferenza dei capigruppo e la presidente Barrile. La quale ha già fatto sapere che prioritariamente l’aula dovrebbe esaminare là vicenda di Messinambiente per dare certezze ai lavoratori e alla città sul tema dei rifiuti. Se questa doppia delibera dovesse portar via più tempo del previsto, in seduta straordinaria partirebbe in parallelo il dibattito sulla sfiducia.
E’ molto difficile che si possa vedere la discussione e la votazione nello stesso giorno. Ci saranno le eccezioni tecniche, gli interventi di svariati se non di tutti i consiglieri, quelli del sindaco e della giunta, insomma una maratona che dovrebbe essere divisa, anche solo per buon senso, in più giorni.
Quindi la mozione dovrà arrivare in aula la prima volta con un congruo anticipo per poter avere un lasso di tempo sufficiente per poter consentire a tutti di argomentare le scelte, aggiornarsi e poi votare, una volta tanto senza la pressione del conto alla rovescia. Perché palazzo zanca sia resettata occorrono 27 voti favorevoli a prescindere dalle presenze in aula dei 40 consiglieri. Per ora i no ed i sì certi sono una trentina ( 21 a 10 a spanne e’ il conto per i favorevoli) e chi ancora si deve fare un’idea avrà tempo per farlo. Poi ci saranno i partiti magari a dare indicazioni o diktat, trenta giorni sembrano pochi solo se si immagina che in questo mese non possa accadere tutto ed il contrario di tutto.