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Eccolo, mentre paga
un euro di benzina

Eccolo, mentre paga un euro di benzina

La prova schiacciante sono queste immagini registrate dalla telecamera di videosorveglianza di una stazione di servizio di Contesse. Alle 4,25 di domenica mattina Alessio Mantineo compra della benzina  che si fa versare in una bottiglia di plastica. Poi paga alla cassa un euro per la benzina ed un pacchetto di sigarette. Per il gip Eugenio Fiorentino non ci sono dubbi. In quel video c'è la prova che Mantineo quella notte ha comprato il liquido infiammabile che un'ora e mezzo dopo ha lanciato addosso alla sua ex fidanzata Ilenia Bonavera prima di appiccarle il fuoco, tentando di ucciderla. Da qui la decisione del giudice di lasciare in carcere il 25enne. Il magistrato non ha convalidato il fermo,non essendoci pericolo di fuga, visto che lui stesso si era costituito domenica sera in questura,  ma lo ha lasciato in carcere perchè a suo carico vi  sarebbero prove ritenute schiaccianti. Fiorentino non ha creduto alla versione fornita dal giovane nell'interrogatorio reso ieri mattina in carcere. Mantineo ha detto che la benzina gli serviva per il suo ciclomotore rimasto a secco e che poi è andato a dormire a casa della cognata e subito dopo dalla sorella dov'è rimasto fino alle 17.  Quindi alle sei del mattino lui era tranquillamente a letto e non alle case gialle di Bordonaro da Ylenia, la sua ex ragazza che continua a difenderlo a spada tratta. Ma nel provvedimento il giudice fa riferimento proprio alla prima versione fornita dalla ragazza. Ylenia, infatti, inizialmente avrebbe confidato a più persone ed anche ad alcuni parenti che il colpevole sarebbe  proprio Alessio. Lo ha detto anche alla vicina di casa che ha chiamato il 118 per chiedere soccorso e che all'operatore ha riferito proprio questa circostanza. Poi Ylenia ha rimproverato l'anziana vicina per aver fatto il nome di Alessio “Io non sono una sbirra” le ha urlato in faccia. Per il giudice Fiorentino la ragazza continua a difendere Alessio per via di un forte legame sentimentale, per timore o per quel substrato culturale che ritiene infamante il gesto di chi denuncia. Ma il ragazzo è difeso anche dai suoi familiari che non lo ritengono capace di un'azione simile e ribadiscono che quella mattina era a casa della cognata. Circostanza che non risulta agli investigatori della Squadra Mobile che dal primo istante hanno indirizzato le indagini proprio   sull'ex compagno della ragazza. 

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