Si chiude col botto. L’amministrazione Accorinti, schiacciata ormai da lunghi mesi dal peso delle continue emergenze ma anche delle proprie responsabilità, di errori e manchevolezze che ne hanno segnato il cammino, prova a invertire la marcia. E lo fa con un atto concreto che, però, acquista anche una forte valenza simbolica: l’approvazione nei “tempi giusti” del bilancio di previsione per il triennio 2017-2019. È la prima volta che accade in questi tre anni e mezzo e non è un caso – non può esserlo più ormai, visti i risultati raggiunti da quando è arrivato da Sesto Fiorentino – che reca la firma dell’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher, l’uomo che ha dato una mano alla giunta Accorinti, pur con idee politiche profondamente diverse rispetto al sindaco, nel riportare sui binari corretti le politiche economico-finanziarie dell’ente locale.
E ieri sera, brindando con acqua fresca nei bicchieri di plastica, l’amministrazione comunale ha voluto rassicurare la città sul fatto che la crisi più nera sembra stia passando e che per il nuovo anno si aprono prospettive meno tristi di quelle a cui ci siamo tutti, più o meno, assuefatti. Sindaco e assessori si sono fatti un “selfie” con didascalia: “Bilanciati e allineati”. Le divisioni, che pure ci sono state e ci sono (non ultime quelle sulle diverse “filosofie” rispetto al delicato capitolo della gestione dei rifiuti), sembrano accantonate, se non proprio destinate a sparire con la conclusione del 2016. Si guarda avanti e il bilancio 20107-18-19 diventa lo strumento operativo essenziale per non ritrovarsi più nelle condizioni che fino a qualche mese fa resero Palazzo Zanca lo zimbello d’Italia, ultimo Comune ad aver approvato, con oltre un anno di ritardo, il Previsionale 2014 e tutti gli atti conseguenti.
«Un risultato importante – così lo definiscono Accorinti e gli assessori – che corona e definisce il grande sforzo fatto per riallineare alla normalità la gestione finanziaria del Comune di Messina. È il quarto bilancio dal mese di maggio, oltre alla riedizione del Piano di riequilibrio, che viene predisposto e proposto al consiglio comunale che ad inizio mese ha approvato il Previsionale 2016. Con questo atto Messina entra nel gruppo delle città virtuose. Approvare gli strumenti di programmazione nei tempi corretti garantisce una efficiente gestione degli enti locali e consente una migliore erogazione dei servizi ai cittadini. Disporre del bilancio nei tempi ordinari permette di dare certezza ai processi di pianificazione e programmazione nei diversi settori e agli uffici di lavorare con tempi congrui per la preparazione e la valutazione degli atti per la città. Questo risultato unito al dato che oggi la cassa del Comune di Messina è nuovamente in attivo (per circa 16 mln di euro) e in linea con i pagamenti, è una misura tangibile del lavoro svolto da tutta l’Amministrazione e dall’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher in particolare, nell’ultimo anno. Questi risultati – si conclude così la nota firmata in serata da tutti i componenti dell’esecutivo comunale – sono stati possibili grazie a tutti gli uffici che hanno lavorato con grande impegno per predisporre e seguire l’iter approvativo di ben 3 bilanci oltre quello varato questa sera, al supporto formativo del Centro studi enti locali e agli investimenti fatti dall’Amministrazione per dotare il Comune di adeguati strumenti informatici. Dopo i risultati degli ultimi giorni: stabilizzazione di 147 precari, finanziamento per le periferie per 18 milioni, approvazione della transazione Bnl, nuovi bandi per la riqualificazione dei servizi sociali e il welfare locale, l’approvazione in giunta dello schema di bilancio 2017/18/19 rappresenta il botto finale per l’augurio di un 2017 in raccogliere pienamente i frutti del lavoro fatto in questi anni per tutta la città».
Tra gli atti citati, vi è la transazione con la Bnl. E proprio ieri mattina la delibera che chiude, se non tutto il “libro”, quanto meno uno degli spinosi capitoli relativi alla “finanza derivata” e ai guai che essa ha comportato per il Comune di Messina, è stata votata dal Consiglio. Come è stato più volte sottolineato dal legale che ha seguito l’intero procedimento, l’avvocato Nino Parisi, dal consulente a titolo gratuito Giuseppe Cannizzaro, oltre che da Accorinti e dall’assessore Guido Signorino, Palazzo Zanca, con l’atto transattivo esitato ieri, risparmierà la considerevole cifra di otto milioni di euro. E nelle attuali condizioni non è un risultato da poco.
Il Consiglio, dopo i soliti incidenti di percorso (caduta del numero legale), ha fatto la sua parte. Ma va registrato lo “sfogo” di uno dei consiglieri più presenti, Carlo Abbate che ha avuto parole di fuoco nei confronti dei tanti colleghi che hanno continuato a disertare l’Aula, per non votare gli atti più rilevanti. «È un gioco che non possiamo più accettare – ha dichiarato Abbate –, finiamola col definire il Consiglio come fosse un organo compatto. Non lo è. Io che mi sono sempre assunto la responsabilità di tutti gli atti portati in quest’Aula non sono come altri che hanno scelto la strada della fuga. Non siamo tutti uguali. Qui c’è chi fa enormi sacrifici per assicurare il numero legale e c’è chi è del tutto indifferente alle sorti della città».