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Diecimila visitatori in 3 giorni al Museo di Messina

Diecimila visitatori in 3 giorni al Museo di Messina

 «Agggratis... siamo tutti acculturati». C’è chi proclama ad alta voce la propria beata ignoranza, eppure è lì, in fila, davanti ai cancelli, aspettando di poter visitare il nuovo Museo regionale. Sono tanti, tantissimi. Più di diecimila in tre giorni. E se qualcuno lo ha fatto perché non si paga il biglietto, molti altri hanno scelto di esserci perché lo hanno ritenuto un momento storico per l’intera città. Quando s’inaugura, seppur ancora parzialmente, un’opera attesa da più di trent’anni, non può non esserci quel sentimento di felicità e di orgoglio, unito inevitabilmente all’amarezza e alla rabbia per quello che il passato si è lasciato dietro di sè. Ma prevale la voglia di guardare avanti, di proiettarsi nel futuro. Il nuovo Museo regionale – soprattutto quando saranno disponibili tutte le sale, anche quelle del piano superiore – arricchisce la dotazione strutturale di Messina, diventa punto di riferimento di livello nazionale e internazionale, in grado di competere con altri poli museali italiani ed europei. Non potrà mai essere l’unico elemento di attrazione di imponenti flussi turistici – lo ha sottolineato durante la cerimonia d’inaugurazione il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone –, ma inserito in un circuito di itinerari ed eventi, fa la sua bella figura. Ci vogliono tante altre cose, è ovvio. Pensiamo al grande Acquario dello Stretto, sul modello di quello di Genova, una di quelle opere – da realizzare nel cuore della Falce riqualificata – in grado di attirare milioni di turisti all’anno. Coinvolgendo i croceristi, ampliando l’offerta recettiva, organizzando a getto continuo – senza bisogno di ingenti risorse, ma stabilendo rapporti, stipulando accordi, coinvolgendo sponsor istituzionali, pubblici e privati – mostre del livello di quella attualmente ospitata nei locali dell’ex Filanda, d’incanto Messina potrebbe davvero scoprirsi “città turistica”. Senza più piangersi addosso.(l.d.)

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