«Nove mesi senza fondi, nove mesi di richieste rimaste inascoltate, nove mesi di promesse mai mantenute». Comincia così l’affondo del meetup Grilli dello Stretto. «Dallo scorso mese di febbraio il Comune di Messina ha smesso di corrispondere al canile Millemusi le spettanze relative al mantenimento dei circa quattrocento cani ospiti: randagi o animali abbandonati che per legge appartengono al sindaco, nella sua veste di massima autorità sanitaria, e alla città. Le scorte di cibo, acquistate dai volontari o frutto di qualche donazione, sono finite velocemente, perché insufficienti a sfamare un numero così elevato di animali. Circa quattrocento cani, dunque, rischiano di morire di fame, mentre per il Comune di Messina si profila il reato di maltrattamento previsto dall'articolo 544 del codice penale». Una condizione di emergenza che il meetup ha deciso di denunciare, attraverso il portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati, Francesco D'Uva, che lo scorso 24 novembre ha inviato al sindaco Renato Accorinti, all'assessore al Benessere degli animali, Daniele Ialacqua, e per conoscenza anche al prefetto della città, Francesca Ferrandino, una lettera attraverso la quale si invita l'amministrazione «a scongiurare l'imminente sospensione di un servizio per sua natura essenziale». Denuncia successiva a un sopralluogo, effettuato da D'Uva e da alcuni attivisti dei Grilli dello Stretto, a Castanea: «Ho potuto personalmente verificare la difficile condizione nella quale versa il canile Millemusi, a causa del mancato pagamento delle spettanze dovute dall'ente comunale – spiega il deputato dei 5 Stelle –, le scorte, in pochi giorni, saranno definitivamente esaurite e così le risorse minime attraverso le quali garantire il pagamento dei servizi base. Si tratta di un servizio essenziale, dal momento che Millemusi è l’unica struttura convenzionata esistente a Messina».