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Reclamo respinto, è la fine di MessinAmbiente

Reclamo respinto, è la fine di MessinAmbiente

È l’ultimo atto di una storia probabilmente già segnata da tempo. MessinAmbiente, la società che da anni è stata posta in liquidazione, precipita nel baratro e per lei si aprono definitivamente le porte del fallimento. La seconda sezione civile del Tribunale di Messina (presidente Giuseppe Minutoli, gli altri due giudici Daniele Carlo Madia e Ivana Acacia) ha rigettato il reclamo presentato da MessinAmbiente contro l’ordinanza che era stata emessa dal Giudice dell’esecuzione lo scorso 8 settembre. Un reclamo avanzato nei confronti della società Riscossione Sicilia e della banca Unicredit. MessinAmbiente si era opposta all’esecuzione intrapresa dall’agente della riscossione per crediti tributari tali da raggiungere la cifra stratosferica di oltre 30 milioni di euro. Il Giudice dell’esecuzione aveva rigettato l’istanza di sospensione dell’atto di pignoramento, poi la vicenda si è trasferita alla sezione civile del Tribunale. E ora non ci sono più speranze: il pignoramento presso Banca Sviluppo e Unicredit è definitivamente esecutivo e nessun’altra opposizione all’esecuzione può più essere proposta in merito, come sottolinea amaramente, nell’interrogazione presentata d’urgenza ieri sera, la capogruppo del Partito democratico Antonella Russo.

«Il Tribunale – sottolinea la consigliera, che è anche avvocato – ha ordinato la trasmissione degli atti al pubblico ministero di Messina affinchè eserciti il diritto di cui all’art. 7 della legge fallimentare, vale a dire affinchè proponga istanza di fallimento della società Messinambiente Spa in liquidazione. Ciò sulla scorta non solo del debito tributario di oltre 30 milioni complessivi, ma di una generale situazione debitoria della società che dal bilancio 2014 risulta superiore ai 70 milioni di euro». Debiti che si sono accumulati nel passato ma, purtroppo, anche negli ultimi anni.

E allora le domande poste dalla capogruppo del Pd diventano gli interrogativi di un’intera città. 1) Cosa comporterà la sicura richiesta di fallimento da parte del Pubblico ministero nei confronti di Messinambiente Spa in liquidazione? «È facile prevedere – afferma la Russo – che con uno stato di così grave insolvenza la società di gestione rifiuti venga dichiarata fallita».

2) Come si accinge l’amministrazione comunale di Messina a gestire questo indispensabile servizio pubblico vista tale drammatica situazione economico-finanziaria?

3) Che riflessi avrà l’istanza del Pubblico ministero e la probabile dichiarazione di fallimento sul Piano di riequilibrio finanziario che attende ancora il responso del Ministero dell’Interno?

4) Una volta accertato lo stato di insolvenza della ex partecipata, esistono ancora le condizioni per la stipula della transazione milionaria tra Ato Me3 e Messinambiente, che pare essere pronta da almeno un anno e mezzo ma ad oggi inspiegabilmente ancora non è stata sottoscritta tra le parti?

5) Cosa succederà adesso con la costituzione della nuova società di gestione rifiuti, che ancora non ha visto la luce?

«Se sarà dichiarato il fallimento di Messinambiente – insiste la consigliera comunale –, come sembra probabile, è facile immaginarsi che il Giudice delegato disporrà l’esercizio provvisorio del servizio, in quanto indispensabile per la cittadinanza, dando incarico ai curatori di non far interrompere la raccolta rifiuti. In tal caso, se la gestione provvisoria del servizio continuerà con i mezzi ed il personale di Messinambiente Spa, come si potrà mai contemperare tale gestione con il passaggio di uomini e mezzi dalla ex partecipata ad una nuova società, come vorrebbe fare la giunta Accorinti? In altre parole, dopo la probabile dichiarazione di fallimento, le decisioni sul trasferimento dell’attività chi le adotterà? Una sola cosa è chiara – conclude Antonella Russo –, la mancata visione strategica di questa giunta sulla gestione del servizio rifiuti in città, che fino ad ora non ha prodotto altro che la proroga ormai triennale della gestione rifiuti a Messinambiente in liquidazione, condurrà ad una impasse di difficilissima soluzione. Dobbiamo ipotizzare, stando così le cose, che sia l’Autorità giudiziaria a provvedere alla gestione del servizio rifiuti in città?».

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