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Servizi sociali, un passo avanti ma non ancora l’accordo

Servizi sociali, un passo avanti ma non ancora l’accordo

Non c’è accordo sui servizi sociali. O meglio, è ancora in corso il faticoso tentativo di trovare un punto d’intesa tra amministrazione comunale e organizzazioni sindacali. I margini, però, si fanno sempre più stretti e il tempo corre.

Le reazioni dei rappresentanti dei sindacati, al termine dell’incontro con gli assessori comunali Luca Eller Vainicher e Nina Santisi, non sono positive. Il segretario generale della Cisl Funzione pubblica, Calogero Emanuele e il segretario provinciale Saro Contestabile, non nascondono le perplessità per quanto prospettato dall’amministrazione comunale. «La situazione migliora ma non è sicuramente quella che può soddisfare lavoratori e sindacato». Gli assessori Santisi ed Eller, infatti, hanno spiegato che i bandi non possono essere a 38 ore e il massimo raggiungibile sono le 34 ore settimanali, ma solo per alcuni servizi. «Purtroppo – aggiungono i rappresentanti della Cisl Fp – non si capisce da quale voce di bilancio si sia operato il taglio e su questo aspetto serve maggiore chiarezza. Ma quello che chiediamo è un ulteriore sforzo per recuperare le risorse mancanti e arrivare alle 38 ore settimanali. Siamo convinti che le risorse possono essere recuperate e bisogna lavorare in questa direzione, considerato anche che il bilancio, sia il Previsionale che il Pluriennale. ancora deve essere approvato dal consiglio comunale». Altra nota dolente è quella relativa ai bandi: «Vogliamo avere certezza e chiarezza su quali e quanti servizi subiranno il taglio e perciò serve continuare il confronto sino all'ultimo secondo. Monitoreremo quotidianamente la situazione, in attesa degli ulteriori miglioramenti rispetto alle attese dei lavoratori e degli operatori». Intanto, viene confermato il mantenimento dello stato d’agitazione: «Continueremo la nostra battaglia – concludono Calogero Emanuele e Saro Contestabile – e nelle prossime ore ci confronteremo con i lavoratori sulle azioni da intraprendere».

La Funzione pubblica Cgil rivendica il merito delle battaglie condotte in questi mesi che – come affermato dalla segretaria generale Clara Crocé e dai responsabili del servizio Gianluca Gangemi ed Elena De Pasquale – hanno consentito che si passasse dalle iniziali 24 a 34 ore. Orario quest’ultimo, che faremo il possibile affinché aumenti a 38 ore, anche portando avanti nuove battaglie». Anche secondo la Cgil, devono essere trovate altre risorse come i due milioni e 100 mila euro che l’Amministrazione ha ottenuto dai fondi del Masterplan esclusivamente per i servizi sociali: «Il lavoro svolto dalla Giunta per recuperare le somme del Masterplan non deve fermarsi, ma anzi deve continuare in modo ancora più intenso nei mesi successivi all’approvazione dei bandi, che verranno espletati con l’approvazione dei documenti contabili. Apprezziamo – hanno sottolineato i rappresentanti della Fp Cgil – che l’Amministrazione si stia impegnando per garantire i lavoratori, in quanto, anche in caso di dissesto, con i bandi triennali il personale sarebbe al sicuro. Tuttavia, chiediamo che il sacrificio dei lavoratori sia ricompensato con l’impegno di una loro stabilizzazione, attraverso una forma gestionale che non li veda più impegnati nelle gare di appalto».

Infine, la UilFpl che, «pur apprezzando gli sforzi e l’impegno continuo degli assessori Nina Santisi e Luca Eller Vainicher, grazie ai quali con il pressing costante e congiunto dei sindacati dalle 24 ore iniziali prospettate dall’Amministrazione si è arrivati alle 34 ore settimanali», tuttavia «non riesce a vedere ancora il bicchiere mezzo pieno e non può ritenersi soddisfatta, pur comprendendo la difficilissima situazione economica finanziaria del bilancio comunale e gli sforzi profusi, perché soddisfatti non sono nemmeno i lavoratori». Ad affermarlo sono Pippo Calapai e Laura Strano, rispettivamente segretario generale e responsabile del Terzo Settore della Uil-Fpl, che poi ribadiscono: «Soddisfatto non può di certo essere, e non è, chi ogni giorno da lungo tempo (anche da 30 anni !) in nome e per conto del Comune svolge un delicatissimo servizio a favore delle fasce più deboli spesso con ritardi nel pagamento degli stipendi e spesso in condizioni di lavoro non certo ottimali e percepisce da sempre in una situazione di precarietà uno stipendio di per sé basso e che adesso con la decurtazione rischia di diventare sempre più povero e debole». I sindacalisti hanno inviato il loro documento al direttore generale, alla Giunta e ai consiglieri comunali. «Soddisfatto della decurtazione non potrà essere nemmeno il cittadino messinese potenziale fruitore di servizi che in una città così povera come Messina dovrebbero essere ampliati e invece purtroppo rischiano di essere ridotti. Chiediamo al sindaco, al direttore generale, alla giunta e a tutti i consiglieri comunali lo stesso impegno profuso dagli assessori Santisi ed Eller e di farsi parte attiva per reperire risorse aggiuntive che tanto per citare un esempio potrebbero derivare dalla doverosa dematerializzazione e digitalizzazione dei procedimenti in tutti i Dipartimenti, onde scongiurare la decurtazione delle ore, che va discapito della qualità dei servizi, rammentando ancora una volta che è inammissibile che a pagare lo sfascio prodotto da quelli che c’erano prima debbano essere ora le fasce più deboli».(l.d.)

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