C'è un problema di viabilità e di riflesso uno di sicurezza. Ci sono disagi, abbondantemente annunciati, che da tempo si sarebbero dovuti affrontare. E che invece sono ancora lì, a poco più di due anni dall'inaugurazione della nuova pista ciclabile.
Di biciclette, sul corso Cavour, in verità non se ne vedono molte. Anzi, stamattina in particolare non se ne vedevano per niente. Ma paradossalmente, questo è un dettaglio che di per sé non incide più di tanto.
Incide nella logica più ampia di una strada che si è ristretta, sulla carta, ma che di fatto continua a essere utilizzata come se la nuova segnaletica orizzontale non esistesse.
L'incidente di ieri pomeriggio ha riacceso i riflettori sul problema. Una donna è stata investita mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. Al di là dell'episodio, naturalmente fortuito, la questione del restringimento del corso Cavour esiste e va affrontata.
Si parte proprio dalla pista ciclabile, che occupa il primo tratto di carreggiata. Per disegnarla, è stata spostata un metro verso il centro della strada la corsia preferenziale, in cui bus e pullman viaggiano in senso opposto rispetto alle auto.
Auto che sulla carta avrebbero a disposizione due corsie, ma che di fatto ne hanno una soltanto per colpa della vecchia e cattiva abitudine di parcheggiare in doppia fila.
I controlli che ciclicamente ha fatto la Polizia Municipale hanno ridotto solo in modo temporaneo il problema, che puntualmente si ripresenta.
Al di là dei disagi legati al traffico che nelle ore di punta va in tilt e negli orari normali è comunque sostenuto, proprio da questa situazione deriva un problema di sicurezza. Perchè la corsia preferenziale è spesso utilizzata come corsia di sorpasso dagli automobilisti.
Il risultato è che chi attraversa la strada è costretto a guardarsi da tutte le direzioni.
Insomma, premesso che la matrice del problema è sempre la mancanza di disciplina degli automobilisti, è anche vero che bisognerebbe studiare una soluzione per evitare che questo accada. Controlli, si, ma anche prevenzione. E dunque deterrenti. Per fare in modo che le regole vengano rispettate e che tornino condizioni ordinarie di sicurezza.
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