Ma che sta succedendo in città? Il ritorno all’ora solare ha fatto male agli impianti di pubblica illuminazione che sembra siano andati in tilt in tutto il territorio comunale a macchia di leopardo. I cittadini sono esasperati e poco importa se si tratti di un furto di rame o di un guasto a una centralina, la richiesta è unanime: il ripristino immediato del servizio per scongiurare seri problemi per la pubblica incolumità e la sicurezza. Dal Viale Regina Margherita alla SS114 dove ieri sera risultava al buio la trafficata tratta tra Sanfilippo e Tremestieri. E poi ancora Bisconte, Viale Bertuccio a Bordonaro, Curvone Gazzi, Fondo Fucile, parte di viale Europa, zona bassa di Provinciale, via Catania. Discorso a parte poi per le tante lampade fulminate o mancanti. Tra le segnalazioni: la via Trieste, da viale S.Martino fino alla via La Farina e la via Geraci da viale S.Martino fino alla Cesare Battisti, qui ai lampioni fuori uso si aggiungono quelli funzionanti ma coperti dalle fronde degli alberi che ormai hanno superato i 15 metri di altezza. Difficoltà per gli abitanti e i pedoni costretti a camminare al buio e sopra un tappeto di foglie che non eliminate rendono la pavimentazione scivolosa. Lampade mancanti anche in Via La Farina incrocio via S. Cosimo e incrocio Campo delle Vettovaglie. Domani alle 10 si discuterà di pubblica illuminazione in sala ovale, al Comune, in un consiglio aperto che la terza circoscrizione ha voluto convocare invitando gli assessori competenti e i dirigenti Amato e Saglimbeni. Dopo l’appalto quinquennale con un’Ati concluso il 31 luglio scorso, per mancanza dell’approvazione del bilancio è stata espletata una cosiddetta “gara ponte” da 150 mila euro, con cui è stato assegnato il servizio alla Presti costruzioni srl. Contratto questo scaduto il 28 ottobre scorso. Dal 3 novembre, come riportato sulla Gazzetta del sud di qualche giorno fa, nuovo contratto tampone. Subentrate altre due ditte, la Atlantide e la Costa Giovanni, una per la zona nord una per la zona sud, 80 mila euro l’importo complessivo. Un affidamento temporaneo che lascia il tempo che trova in attesa dei maxi contratti che si spera possano mettere un po’ di ordine in un settore che, è il caso di dirlo, non riesce da tempo a vedere la luce.
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