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Muore all’ospedale Papardo, otto indagati

Muore all’ospedale Papardo, otto indagati

La comunità di Alì Terme piange la scomparsa del professore Giacomo Basile, 72 anni, molto conosciuto anche a Messina per la sua attività di docente universitario di Anatomia patologica. Il suo cuore ha cessato di battere lo scorso 31 ottobre, all’ospedale Papardo di Messina, dov’era giunto nella stessa giornata. Per i familiari c’è qualcosa di anomalo dietro la sua morte. Chiedono sia fatta piena luce sui protocolli sanitari seguiti, dal momento in cui si è presentato al Pronto soccorso fino al decesso, avvenuto nel reparto di Cardiologia. La moglie e i figli dello stimato professore hanno presentato una dettagliata denuncia ai carabinieri della Stazione di Faro Superiore, che hanno informato la Procura. Il sostituto Rosanna Casabona ha aperto un fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati quanti hanno assistito e curato Basile. Otto, complessivamente, gli avvisi di garanzia recapitati a medici e infermieri (difesi dagli avvocati Fortunato Strangi e Angelo Puglisi), a cui viene contestato il reato di omicidio colposo. L’inchiesta ha già mosso i primi passi. La magistratura ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e ordinato l’esecuzione dell’autopsia, effettuata nella camera mortuaria del nosocomio della zona nord dal prof. Alessio Asmundo e dal dottore Michele Giannetto.

Secondo quanto denunciato dai familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Norma Micali, il professor Basile è giunto al Pronto soccorso lunedì scorso, intorno alle 17, lamentava difficoltà respiratorie e in fase di triage, gli è stato assegnato il codice giallo, ossia di urgenza, con necessità quanto prima di un controllo del medico. Come specificato del pool di difensori nominati dalla famiglia Basile, l’uomo ha atteso circa un’ora prima di essere visitato, poiché vi erano pazienti con codice rosso. Successivamente è stato disposto il suo trasferimento nel reparto di Cardiologia, dove è spirato poco dopo le 21.30. Moglie e figli vogliono adesso conoscere cosa sia accaduto in quel lasso temporale. Dovranno attendere gli esiti degli accertamenti tecnici non ripetibili e il prosieguo del procedimento penale prima che i loro dubbi siano sciolti.

Sulla vicenda interviene l’Azienda ospedaliera ospedali riuniti Papardo-Piemonte: «Il paziente, dopo la fase diagnostica espletata al Pronto soccorso, è stato correttamente ricoverato in degenza cardiologica dove il medico di guardia ha avviato terapia medica e predisposto le successive indagini di laboratorio. Il paziente era stabile fino a quando improvvisamente è andato incontro ad arresto cardiaco. Sono state quindi avviate dal medico di guardia e dal personale infermieristico le manovre rianimatorie che purtroppo non hanno dato esito positivo».

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