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Accorinti “superstar”,
è un caso politico

Accorinti “superstar”, è un caso politico

Non c’è un passaggio con Renato Accorinti protagonista che non diventi “caso politico”. Stavolta a sollevare un vespaio di polemiche è stata la dodicesima puntata di “FuoriRoma”, la rubrica di approfondimento giornalistico sulle città italiane ideata e realizzata da Concita De Gregorio, ex direttrice dell’Unità. Una puntata dedicata interamente a Messina e andata in onda su RaiTre lunedì sera.

La ribalta è stata data soprattutto al sindaco. Più che un viaggio nella città, è stato il racconto del successo elettorale di un candidato che non veniva neppure preso in considerazione dai sondaggi e che poi ha sconfitto il Partito democratico allora sotto il dominio dell’on. Francantonio Genovese. Accorinti ha spiegato le ragioni del suo trionfo. Sono stati sentiti alcuni rappresentanti del movimento “Cambiamo Messina dal basso”. Si è fatto riferimento (ovviamente) al Ponte sullo Stretto, con le dichiarazioni del premier Matteo Renzi sulla volontà di realizzarlo e con la replica di Accorinti che ha sventolato la propria storica “bandiera no Ponte”, ricordando come lo Stretto sia candidato a diventare patrimonio dell’Umanità. Altro riferimento al “business del traghettamento” con un’intervista lampo all’amministratore delegato della Caronte&Tourist Vincenzo Franza. «Messina è anche la città delle corse dei cavalli sfrenate, all’alba della domenica, organizzate dalla criminalità organizzata», ha poi fatto notare la giornalista, e sono state trasmesse le immagini riprese dalle forze dell’ordine durante uno dei servizi di monitoraggio sul viale Giostra. E la nostra è stata definita anche la città «con un debito pubblico di centinaia di migliaia di euro» ed è stato intervistato anche l’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher, renziano di ferro, dipinto come una sorta di “longa manus” della volontà del Governo nazionale di “commissariare” nei fatti i bilanci degli enti locali. Splendide le immagini dello Stretto, con la passeggiata sotto il Pilone della De Gregoria assieme alla giornalista della Gazzetta Anna Mallamo. Poi, un giro d’orizzonte tra i vecchi amici di Renato (c’è chi giura che a calcio, quando era giovane, era addirittura un “10” più forte di Gianni Rivera, al punto che lo voleva acquistare la Lazio) e il fumettista-disegnatore Lelio Bonaccorso, dal quale è arrivato una sorta di appello a non mollare nei confronti del sindaco e della stessa città di Messina.

È stata più una celebrazione dell’accorintismo che una radiografia imparziale del momento attuale della nostra città e lo dimostra il fatto che non si sia fatto alcun cenno, nè siano state interpellate voci discordanti, a quanto avvenuto in questi tre anni e quattro mesi di mandato amministrativo.

«Accorinti si coltiva l’immagine di “sindaco-eroe” a livello nazionale per non dare risposte a chi gli chiede conto e ragione sul suo malgoverno», è un diluvio di reazioni sui social e il coro di commenti da parte delle forze politiche che compongono il variegato schieramento di opposizione all’attuale giunta comunale. Dal Pd a Forza Italia, passando per l’Udc di D’Alia-Ardizzone, e per alcuni movimenti cittadini come “Reset”, il dato che viene fatto risaltare è proprio questo: lo scollamento esistente tra la realtà messinese e l’immagine che viene proiettata su alcuni media nazionali con Accorinti indicato come modello di una “rivoluzione dal basso” contro tutte le forze “del male”, la stampa e i “poteri forti” della città.

Sull’altro fronte, quello dei sostenitori del sindaco, si evidenzia come Accorinti, pur criticatissimo per il suo “look” e per le sue controverse battaglie, abbia dato “decoro” a una città che era finita alla ribalta delle cronache solo per le malefatte dei suoi politici e di una parte dei suoi ex amministratori.

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