L’appello, se non proprio nel vuoto, è caduto in un pezzo di deserto popolato solo da due parlamentari, il senatore Bruno Mancuso e il deputato Enzo Garofalo, entrambi di Area popolare del Nuovo Centrodestra alfaniano. Il sindaco Renato Accorinti fa, comunque, buon viso a cattivo gioco: «Meglio pochi ma buoni». C’è chi aveva altri impegni e chi considera tardiva e strumentale questa “chiamata a raccolta” da parte di un’amministrazione che vorrebbe nascondere i propri fallimenti con l’invito ad una generica condivisione di responsabilità.
Accorinti ha ritenuto di doversi confrontare con la deputazione messinese perché il tema è di quelli che vanno al di là di ogni logica di schieramento: riguarda la proposta, presentata dal Comune di Messina e sottoscritta poi da tante altre amministrazioni locali italiane, al tavolo tecnico costituito dal Governo nazionale e dall’Anci sulle questioni del dissesto-predissesto. Il sindaco, con accanto l’assessore allo Sviluppo economico Guido Signorino e, un po’ a distanza, l’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher, ha spiegato l’obiettivo della riunione «finalizzata all'ottenimento di un incremento dell’orizzonte temporale del Piano di riequilibrio, dando la possibilità di applicare ai Comuni in predissesto l’istituto della “transazione fiscale”, al fine di consentire la falcidia di interessi e sanzioni ed una rateizzazione dei pagamenti estensibile fino a un massimo di trenta anni».
«La nostra proposta – ha ribadito Accorinti –, condivisa da tutti i Comuni in predissesto, aiuta a pagare i debiti accumulati nei decenni passati, evitando che il riequilibrio finanziario passi per la soppressione dei diritti essenziali dei cittadini. Il ministero dell’Interno ha ascoltato con attenzione e visto con favore quanto proposto, ma occorre ancora superare qualche perplessità tecnica. Ai nostri parlamentari chiediano di sostenere in ogni modo questa iniziativa e valutare le modalità di intervento che potranno essere ritenute più idonee. Si tratta di una misura importante, che parte da Messina ma non riguarda solo la nostra città».
“Trentennalizzare” il Piano, come spiega Signorino, significa rendere più gestibilel’intero debito fiscale e previdenziale dei Comuni e delle società partecipate e ciò avrebbe come conseguenza una migliore sostenibilità del percorso di riequilibrio finanziario. «In un contesto di crescenti rigidità di gestione e di continue riduzioni di risorse (circa 30 milioni in meno tra riduzione del fondo di solidarietà e minori trasferimenti dallo Stato e dalla Regione nel solo 2015) – ha sottolineato Signorino –, non chiediamo di cancellare il debito, ma di creare le condizioni per la sostenibilità anche sociale del suo pagamento».
I parlamentari di Ncd hanno risposto all’appello per educazione ma anche perché convinti che le istanze della città vadano difese e sostenute qualunque sia il rapporto tra amministratori locali e deputati nazionali o regionali. «Ho accolto l'invito del sindaco Accorinti a partecipare all'incontro sul Piano di riequilibrio economico e finanziario del Comune di Messina – afferma il senatore Mancuso – perché rientra in una fase di concertazione avviata dal Governo nazionale e seguita dal Ministero degli Interni con i rappresentanti degli enti locali che stanno attraversando momenti di criticità finanziaria. Una concertazione che comporta grande senso di responsabilità istituzionale e che non necessita di protagonismi fuori luogo, di fughe in avanti, ma della ricerca della più ampia sinergia possibile politica ed istituzionale». E quindi anche l’iniziativa di ieri mattina va nella giusta direzione: «Mi fa piacere che Accorinti riconosca il ruolo delle rappresentanze istituzionali e parlamentari ricordando di essere il sindaco di tutta la comunità messinese e non solo di alcuni suoi sostenitori fondamentalisti ed antisistema. Per quanto riguarda il piano di riequilibrio ed il piano di rientro è necessario individuare anche meccanismi più congrui che mirino ad altri possibili interventi statali anche per i mutui accesi ad enti locali che si trovano in una fase di pre-dissesto, così come si sta pensando di fare con il decreto salva-Regioni. Mi auguro che con il supporto della deputazione nazionale, il lavoro tecnico portato avanti dagli assessori Signorino ed Eller possa condurre ad una proposta credibile per evitare il default, che avrebbe conseguenze pesantissime non per questa od altra amministrazione, ma per tutti i cittadini messinesi».
Anche Enzo Garofalo spiega la propria presenza con il richiamo al senso di responsabilità, pur sottolineando come «spalmare il debito in 30 anni non deve comportare conseguenze negative sulle aspettative dei privati che, per i loro crediti, non devono certo aspettare 30 anni prima di veder riconosciuto un diritto sacrosanto». Occorre, dunque, trovare una formula che contempli le esigenze generali del Comune con quelle delle ditte o dei fornitori che hanno reso servizi mai pagati dall’ente locale».
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