Le ruspe si metteranno in moto il 7 novembre, ed era ora. Il traguardo, di grande rilevanza per il recupero della Zona falcata, è la demolizione dell’inceneritore comunale “San Raineri” realizzato negli Anni 80 all’interno della Real Cittadella spagnola. Erano altri tempi, certo, non c’era ancora il vincolo formale di tutela ma si trattava comunque della più grande fortificazione seicentesca in riva al Mediterraneo. Il prossimo 7 novembre, dunque, grazie al contratto firmato giovedì scorso a Palermo – tra l’impresa aggiudicataria, Messina Sud srl, e l’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità – le grandi gru inizieranno a scardinare dall’alto verso il basso l’imponente struttura ricolma al suo interno di ferro, di acciaio e cemento nonché di altri rifiuti speciali, paragonabile a un edificio di 4 piani. La procedura adottata sarà quella del decommissioning, ovvero dello smontaggio e abbattimento delle singole parti strutturali (silos calce, torre, impianto di lavaggio, filtro a maniche, camini, forni e capannone) e dello smaltimento in discarica speciale quando non sarà possibile il recupero dei materiali. A redigere il progetto esecutivo di demolizione, per conto della Messina Sud srl vincitrice dell’appalto integrato per 411.000 euro, è l’ingegnere Marco Panetta; il responsabile del procedimento è il funzionario regionale Salvo Puccio, mentre il direttore dei lavori nominato dalla Regione è l’arch. Salvatore Carbone. Quest’ultima settimana che precede i cantieri servirà a conferire l’ultimo incarico, quello del responsabile per la sicurezza. L’apertura dei cantieri pone fine ad un’attesa snervante e frustrante, durata oltre 5 anni. Come dimenticare che i lavori preliminari furono realizzati, con grande risalto mediatico, nella lontana estate 2011, e che allora le Istituzioni diedero per certo che l’abbattimento vero si sarebbe compiuto entro il marzo 2012. Ma ad essere rasi al suolo furono solo l’edificio della foresteria e la rampa d’asfalto usata per l’accesso degli autocompattatori carichi d’immondizia, durante gli anni in cui l’inceneritore fu attivo. Purtroppo, per la decisiva fase 2 dell’opera - zione si è dovuto attendere l’ottobre del 2016, soprattutto per l’immancabile guerra dei ricorsi sull’aggiudicazione dell’appalto integrato, consumatasi prima davanti al Tar e poi, in appello, davanti al Cga. Quest’ultima telenovela è finita lo scorso 25 febbraio ma da quel momento ci sono voluti altri 8 mesi. L’impresa responsabile, per i calcoli finali, ha dovuto richiedere ulteriori dati alla società Invitalia che aveva redatto il preliminare. Ma finalmente dal 7 novembre i messinesi assisteranno ad una demolizione che (entro 145 giorni al massimo) restituirà loro, visivamente, un altro splendido lembo della Falce: proprio accanto, guarda caso, al nuovo Parco Don Blasco sorto nell’ex campo rom. Sicuramente all’accelerazione finale ha concorso il clima positivo creato dal Patto per la Falce siglato tra Autorità portuale, Regione, Comune e Università con quest’ultima protagonista per la già intrapresa redazione “a costo zero” del piano di analisi dei terreni. Tra i problemi più seri che adesso potranno essere affrontati di slancio c’è certamente anche quello del sottosuolo dell’inceneritore: quella vasca sotterranea per la raccolta dei rifiuti che non sarà eliminata dall’attuale appalto, incentrato sulle demolizioni in superficie per restituire il “piano di campagna” all’area interessata. A fare sperare sul prosieguo, perché la demolizione non sia una meteora ma abbia fruttuosi seguiti, sono anche le garanzie date dall’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Croce, e dal commissario dell’Autorità portuale Nino De Simone sulla massima disponibilità di Regione e Authority (riforma dei porti permettendo) al co-finanziamento delle bonifiche. Senza le quali, qui non potrebbe mai nascere il Parco storico-naturalistico della Real Cittadella.