Il “cavallo di Troia” per riaprire anche nell’aula di Palazzo Zanca il dibattito sulla zona falcata è la suggestiva idea di realizzarvi un grande acquario dello Stretto. Ma si è parlato anche, se non soprattutto, della visione più ampia che la città dovrebbe avere e non ha mai davvero avuto di quella che potenzialmente rappresenta la zona più pregiata e dai più ampi margini di sviluppo della città stessa. E si è parlato anche di Autorità portuale, perché in qualche modo il destino di certe procedure ormai avviate nella Falce è legato a quello dell’ente oggi appeso alla flebile, eppure ancora viva, speranza di una proroga. Su questo fronte il presidente-commissario dell’Authority, Antonino De Simone, ieri ospite della commissione Cultura del consiglio comunale presieduta da Piero Adamo, non sembra granché fiducioso: «Ormai noi apparteniamo al passato...», il suo esordio. De Simone arrivava da una riunione straordinaria del Comitato portuale, dedicata all’assestamento di bilancio ma anche al bilancio 2017. Insomma, si chiude ma si lasciano ancora finestre aperte. «In ogni caso il nostro impegno è uguale a quello del primo giorno». Sull’ipotesi acquario – che ieri è stata illustrata nelle due idee progettuali del prof. Josè Gambino (il “Parco delle Sirene”, sul modello dell’acquario di Genova) e del pool di professionisti rappresentato dall’ing. Domenico Amato e composto dall’ing. Manlio Marino e dall’arch. Barbara Trimboli (l’idea è quella di Massimo Calapai sul riutilizzo dei serbatoi dell’Eurobunker) – De Simone ha ribadito che «non può non piacere, il problema è che parliamo di idee progettuali, da qui a poterle realizzare è tutto un altro discorso. Quella è una zona molto particolare, piena di complicazioni. Ma finalmente col Comune è iniziata la fase decisiva del Piano regolatore del porto. E poi c’è il Patto per la Falce, che spero si porti a compimento». L’assessore Sergio De Cola ha spiegato che «il Patto di fatto ha già quasi esaurito il suo percorso. Esso ha un merito, quello di contenere soprattutto un metodo. Dice cosa e come fare. Ad esempio, per la parte cruciale della zona falcata prevede un concorso internazionale di idee».
La vera incognita rimane il futuro dell’Autorità portuale, protagonista di percorsi che presto, senza proroga, potrebbero ritrovarsi senza un attore principale. «L’Authority è un valore aggiunto – ha voluto sottolineare De Simone –, al di là delle scelte fatte e più o meno appoggiate dalla politica locale. È un ente con risorse a disposizione, da spendere sul territorio, ma che non è stato sfruttuato fino in fondo. Se poi si pongono ostacoli alle varie iniziative, è un altro discorso. Se si lavora tutti insieme, invece, si potrebbero fare cose importanti». Riforma dei porti permettendo.