«Per mitigare l’esposizione della via Torrente Trapani alta a nuovi episodi di colata detritica si ritiene utile la possibilità di operare d’urgenza il ripristino del recapito delle portate di monte, sebbene ormai non convogliate nelle tubazioni deputate oggi idraulicamente disconnesse, presso il torrente Trapani».
Ed ancora un passaggio: «La fascia immediatamente al piede del traliccio della linea elettrica posta a monte del dissesto appare soggetta ad una notevole erosione che potrebbe determinanrne condizioni di instabilità entro tempi brevi»
Sono alcuni elementi chiave, molti chiari, contenuti nello studio dell’ing. Nicola Rustica, relativo all’erosione in corso su un versante collinare adiacente al viale Torrente Trapani alto – appena arrivato sul tavolo della Protezione civile comunale che lo aveva commissionato. È frutto di sopralluoghi compiuti tra settembre e ottobre con la partecipazione del dirigente comunale, l’ing. Antonio Cardia e dei tecnici Traviglia, Sangiorgio e Rodilosso. Una ricognizione irta di difficoltà vista l’inaccessibilità del sito in frana: si è lavorato col teleobiettivo e il binocolo. Questa strana storia ormai la conoscono tutti: non solo i residenti delle palazzine a monte dell’area interessata al dissesto (i condomini La Residenza ed Aurora) che hanno paura a percorrere il viale Trapani alto sotto la pioggia battente, perché terra e fango prima o poi dilavano su quella strada dalle griglie otturate. La conoscono bene anche i residenti della parte bassa del viale Trapani (dalla zona sportiva dei Cappuccini sino all’incrocio con viale R. Margherita) dove è diventato normale, nel “day after” parcheggiare l’auto su uno strato di terra e fango. Ma il vero problema è il pericolo legato alle nuove colate fangose e detritiche che prima o poi, in coincidenza con le piogge più intense, si verificheranno, a monte, su una pubblica via.
Ma c’è ancora un problema di assunzione delle responsabilità e reperimento dei fondi utili per un’azione immediata, circa 1 milione. Vi stanno lavorando con riunioni serrate – due nell’ultima settimana – gli assessori alla Protezione civile e al Territorio, Sebastiano Pino e Sergio De Cola. Per il Comune non vi sono dubbi: la causa scatenante del dissesto che sta spappolando la collina come un castello di sabbia, è il mancato completamento delle opere di urbanizzazione legate al “Programma costruttivo per gli alloggi in edilizia convenzionata” della società “La Residenza immobiliare” (da non confondere con il condominio). Il mancato convogliamento delle acque collinari, le condotte spezzate, una discesa di liquami. «Il problema – spiega De Cola – è che quella società è fallita, com’è fallita un’altra società chiamata per i lavori, come sarebbe fallita, pare, anche la società che prestò fidejussione. Insomma nella prossima riunione chiederemo conto alle Curatele fallimentari. Si deve trovare 1 milione». Ed al più presto...
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