E' stato un lungo ed intenso pomeriggio per Messina. La città scartata adesso ha il suo patto, come Palermo, come Catania e Milano, come Reggio Calabria, fra poco anche come Napoli. Mesi di lavoro per offrire a Messina un assegno da 332 milioni di euro si sono concretizzati ieri con la firma apposta dal premier Matteo Renzi e dal sindaco Renato Accorinti nell'aula magna dell'Università. Il Presidente del Consiglio arriva a Messina intorno alle 18,30 proveniente da Taormina dove ha presentato il logo per il G7 che si terrà nella perla dello Ionio il 26 e 27 maggio prossimi. Entra da un ingresso laterale, quello di via dei Verdi, perchè davanti al portone del Rettorato ci sono ad attenderlo circa duecento contestatori appartenenti perlopiù a movimenti che sostengono il no al referendum. Fra loro esponenti del movimento 5 stelle, Verdi, Sel, Rifondazione Comunista, Unione degli inquilini, Mamme per il no e Partigiani per la Costituzione. Ad attendere il premier all'ingresso il Rettore Pietro Navarra, con il prefetto Ferrandino ed il sindaco Accorinti. Poi tutti nella stanza del Rettore per un breve incontro al quale hanno partecipato anche alcuni imprenditori cittadini. Un'organizzazione a dir poco impeccabile quella dell'Ateneo. Quindi il premier, sempre seguito come un'ombra da un fotografo ed un cameraman ufficiali di Palazzo Chigi, fa il suo ingresso in un'aula magna gremita di personalità. Ci sono anche una sessantina di sindaci della provincia ai quali l'ex primo cittadino di Firenze più volte si rivolge direttamente perchè chi è stato sindaco -ha detto- poi lo resta per tutta la vita. A dare il benvenuto a Renzi è il Rettore che definisce l'Università il luogo naturale in cui si progetta il domani con la missione di riconnettere i giovani che forma alla realtà che immaginiamo”. Tocca poi ad Accorinti ricordare i 150 anni di abbandono totale in cui sono stati lasciati il Mezzogiorno e la Sicilia ed esultare per questa boccata di ossigeno. 332 milioni di euro che dovranno essere spesi soprattutto per migliorare le infrastrutture, le strade,le ferrovie, i porti. Renzi ascolta poi sbotta in una risata quando Accorinti parla del progetto di recupero della falce: “ La falce c'è, manca il martello -dice il sindaco dal palco-. Quindi Accorinti regala al premier una foto di Vincenzo il clochard scomparso a cui è stata dedicata la casa di accoglienza per senza tetto. La firma sul patto, dopo l 'intervento di Renzi, fa vibrare di emozione la sala. Un momento di grande intensità. Forse dopo l'apposizione dei sigilli di Renzi e Accorinti sul Patto, qualcosa potrebbe veramente cambiare per il futuro della Città metropolitana. Parte un applauso,poi i sindaci si mettono in coda per un selfie con il presidente del consiglio che accetta di buon grado il fuori programma. E' l'ultimo atto di uno straordinario appuntamento se non con la storia almeno con i giorni nostri. Giorni spesso vissuti da scartati, appunto, ma con l'ambizione di voler migliorare la propria condizione di ultimi. Quindi la convention in un Palacultura strapieno per il si al referendum che chiude una lunga giornata iniziata a Palermo e proseguita a Trapani e Taormina.