Taormina, Università, Palacultura. Le tre tappe della visita messinese di Matteo Renzi. La promessa del premier diventa realtà. Lo aveva detto o fatto dire agli uomini del suo entourage: «Non è vero che io non voglia venire a Messina, vengo lì dove c’è da firmare atti concreti». E ora che il Patto per la Città metropolitana di Messina è pronto, non ci sono più ostacoli né limature da apportare, il presidente del Consiglio verrà a siglarlo. La location scelta è quella “neutrale”, l’aula magna dell’Università, anziché Palazzo Zanca o Palazzo dei leoni, sedi rispettivamente del Comune capoluogo e della Città metropolitana. Ma è una decisione in linea con quanto è stato fatto in altre città, ad esempio a Palermo dove il “Patto” è stato siglato al Teatro Massimo. Che poi tra Renzi e il sindaco Accorinti non ci sia grande feeling, non è certo un mistero. E d’altra parte le ultime dichiarazioni del sindaco di Messina particolarmente caustiche in merito alla vicenda del Ponte (ha definito «un matto» il premier, «peggio che Berlusconi», durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”) non hanno favorito la distensione dei rapporti tra il Governo nazionale e un’amministrazione comunale sempre più isolata e autoreferenziale.
Ma il Patto per Messina va al di là dell’amicizia o meno tra il premier e il sindaco, supera le logiche di appartenenza a uno schieramento o a un partito. Il nostro, di fatto, è tra gli ultimi ad essere sulla rampa di lancio, viste tutte le difficoltà incontrate sul cammino, tenuto conto dei ritardi e della necessità di arrivare a una sintesi tra le varie esigenze dei Comuni che fanno parte della Città metropolitana. Dopo la firma, si passerà alla “fase 2” e lì bisognerà dimostrare di saper utilizzare al più presto le imponenti risorse stanziate nell’ambito del Patto. Sarà una sorta di gigantesca “prova del nove” sulla quale si misurerà la credibilità di un’intera classe politica e dirigente.
A esprimere «viva soddisfazione per la presenza di Matteo Renzi» è il Pd messinese. «Messina rientra nei “Patti” per le città del Sud Italia – sottolineano Francesco Palano Quero e Alessandro Russo – grazie all’impegno della gestione commissariale del Partito Democratico messinese che nei mesi scorsi si è espressamente spesa per il reinserimento della città nell’elenco degli interventi governativi per il Mezzogiorno. Lo sviluppo infrastrutturale ed economico dell’Area dello Stretto è centrale nelle strategie di crescita del Paese che il Governo sta delineando per gli anni futuri. E nonostante la completa mancanza di programmazione dell’amministrazione comunale di Messina – che si segnala, peraltro, per le recenti sgradevoli ed inopportune dichiarazioni del sindaco Accorinti nei confronti di Renzi – il Governo nazionale crede nello sviluppo del nostro territorio. Il Pd messinese, dopo un lungo periodo di riorganizzazione, torna centrale nel dibattito politico della città e del suo territorio e si candida a governarne il suo futuro, già all’indomani della fallimentare esperienza Accorinti».