È un vero e proprio “colpo di spugna” giudiziario quasi totale quello che si è concretizzato nella tarda serata di ieri quando si è avuto il verdetto della sesta sezione della Cassazione per “Oro Grigio”, ovvero uno dei processi simbolo più importanti degli ultimi anni.
Fu la speculazione edilizia del complesso Green Park, sul torrente Trapani, al centro di un’inchiesta sfociata nel maggio del 2005 con una serie di arresti eccellenti.
Sono passati ben undici anni dal primo atto giudiziario, troppo tempo, e quindi ieri la Cassazione ha dichiarato prescritte, senza disporre alcun rinvio, quindi il verdetto è da considerarsi definitivo, le più importanti condanne per corruzione inflitte dalla Corte d’appello di Messina nel maggio del 2015, cioé a dieci anni dai fatti e dall’inchiesta: quattro anni e sei mesi di reclusione per l’avvocato Giuseppe “Pucci” Fortino, per l’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno e per il funzionario comunale Antonino Ponzio; un anno e dieci mesi di reclusione, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, per il costruttore Giovanni Arlotta (aveva registrato la sospensione della pena).
Queste quattro condanne quindi “scompaiono” dalle carte giudiziarie e i quattro imputati non hanno più alcuna pendenza penale, e soprattutto non dovranno tornare in carcere.
La Cassazione ha invece rigettato il ricorso presentato dagli altri due imputati, che contestavano la condanna a un anno e dieci mesi di reclusione (anche loro avevano registrato la sospensione della pena), ovvero Giovanni Magazzù e Antonino Smidile. Ma per loro oggettivamente cambia poco, visto che la pena è sospesa.
Nel collegio di difesa impegnati ieri a Roma c’erano gli avvocati Enrico Ricevuto, Tommaso Autru Ryolo, Giovambattista Freni, Tommaso Calderone, e Liborio Cataliotti.
Altri due passaggi importanti della sentenza di ieri. La Cassazione ha annullato, ma con rinvio a una Sezione d’appello in sede civile, le statuizioni decise in appello a maggio 2015 per le parti civili, pubbliche e private, del procedimento, che sono state rappresentate ieri a Roma dagli avvocati Valter Militi e Aurora Notarianni. Si dovrà quindi rideterminare tutto per l’entità dei risarcimenti, e bisognerà capire il destino giudiziario delle “provvisionali”, cioé per i risarcimenti immediati decisi a suo tempo.
Ed ecco l’unica cosa che resta in piedi di questa storia. La Cassazione ha confermato la confisca di tutta la struttura, in pratica c’è soltanto lo “scheletro”, del complesso edilizio “Green Park” del torrente Trapani, che quindi passa definitivamente allo Stato, in questo caso al Comune di Messina.
La vicenda
“Oro grigio” e la storia di un terreno che nel 1998 era considerato con «bassa densità edilizia» e per il quale otto anni dopo venne rilasciata, invece, una concessione per un complesso edilizio. Nel mezzo una storia di tangenti, di un comitato d’affari che intreccia imprenditoria, politica e burocrazia. Con un intermediario, «dominus dell’accordo», che tiene le fila e fa sì, coi suoi rapporti e agganci, che quella porzione di terreno diventi edificabile grazie ad uno dei famosi emendamenti che stravolsero il Piano regolatore di Messina. Nel maggio del 2015, in Appello, furono confermate le condanne a 4 anni e mezzo dell’avvocato “Pucci” Fortino (l’intermediario e “dominus”), dell’ex presidente del consiglio comunale Umberto Bonanno (il politico), del funzionario comunale Antonino Ponzio (il burocrate), e rideterminate in 1 anno e 10 mesi le pene per i costruttori Giovanni Arlotta, Giovanni Magazzù e Antonio Smidile (con sospensione della pena).