Un’altra sequela di giorni di scirocco come quella attuale, o peggio una violenta sciroccata, e la conseguenza pressocché certa sarà la parziale chiusura degli approdi di Tremestieri. Accadrà, in tal caso, che la striscia sabbiosa apparsa con tutta evidenza ieri mattina, diverrà la solita “spiaggetta” da incubo che dimezza lo smaltimento dei tir nel piccolo porto d’emergenza.
“Cronaca di un insabbiamento annunciato”, per parziale che sia, così potrebbe intitolarsi l’ennesima telenovela autunnale degli approdi d’emergenza. Un copione che chiunque saprebbe riscrivere: la solita striscia sabbiosa che si produce all’interno del bacino, attaccata alla diga, il dragaggio preventivo non autorizzato dalla Regione e non eseguito dall’Autorità portuale, ed alla seconda o alla terza “mazzata” inferta dallo scirocco, prevedibile pure da un bambino, ecco centinaia di Tir torneranno ogni giorno sul viale Boccetta. E il coro dei sospettosi leverà la sua voce, ed affermerà che nulla di tutto ciò ai piani alti è casuale, e che questi approdi – per quanto fragili e malnati – proprio non li si vuole fare funzionare bene.
Lasciando perdere la dietrologia, appare certo che non v’è più nulla di oscuro, d’imprevedibile. Tutto ormai è certificato, calcolato, anticipato al meglio grazie alla collaborazione scientifica che l’Autorità portuale e il Comune hanno attivato con la grande società danese Dhi in merito al calcolo matematico delle correnti e del trasporto dei sedimenti. Che sull’attuale “contenuto” insabbiamento ha già definito le quantità quasi al grammo. Sono 6.000 metri cubi. L’insufficienza della diga protettiva degli approdi rispetto al moto ondoso sprigionato dallo scirocco (e meno male che fu allungata di 50 metri con variante in corso d’opera!) è ormai una certezza su cui potrebbero farsi tesi di laurea. Solo che, anche stavolta, a Tremestieri, si rischia d’arrivare in ritardo.
Il caso potrebbe essere ancora disinnescato visto che l’Authority diversi mesi fa ha già aggiudicato una gara per un dragaggio preventivo di 60.000 metri cubi (120.000 euro) e visto che l’assessore regionale messinese Maurizio Croce ha dato più volte rassicurazioni per una celere procedura da parte degli uffici. Impegno che ogni volta deve misurarsi con i tempi delle analisi delle solite sabbie sempre uguali e delle varie burocrazie. Ma adesso serve che tutti giochino d’anticipo.