Quell’antico sogno inizia a realizzarsi. E soprattutto ci sono dei fondi certi su cui poter programmare. La notizia molto confortante è che per la realizzazione della Cittadella della Cultura all’ex ospedale Margherita sono stati stanziati dall’UE 42 milioni di euro nell’ambito dei progetti europei presentati e approvati dalla Soprintendenza ai beni culturali.
Una notizia d’importanza rilevantissima per la città e per la sua proiezione futura, e soprattutto per la creazione di quel vero polo culturale tra Cittadella e Museo Regionale, con la prossima (a dicembre, a tutti i costi) apertura della nuova ala museale. Di quella che oggettivamente è una svolta ne parliamo con il sovrintendente ai Beni culturali Orazio Micali.
- Cosa intendete realizzare, in cosa consisterà concretamente la Cittadella della Cultura?
«Innanzitutto gli uffici della Soprintendenza di Messina che si trovano in condizione di sfratto esecutivo dall’attuale sede dell’ex Collegio del Buon Pastore. Ma anche una dotazione aggiuntiva di superficie amministrativa per gli uffici del Museo Regionale. A queste funzioni sarà destinato e assegnato quanto necessario e non più, per lasciare massima potenzialità all’inserimento di nuove strutture culturali».
- E quali saranno in concreto queste nuove strutture?
«Intanto il Mudos, il Museo delle dominazioni in Sicilia. Si tratta di una struttura museale, accorpata al Polo culturale, ad elevato tematismo, unico nel suo genere e senza equivalenti, fatta eccezione per il Mucem di Marsiglia. Il Mudos si propone di raccontare al visitatore la storia della Sicilia attraverso periodi e culture scandite dalle dominazioni che si sono susseguite dai greci a Garibaldi, seguendo fenici, romani, bizantini, barbari, arabi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, spagnoli, borboni. Si tratta di un racconto documentato e testimoniato da materiali, documenti, report, testimonianze archeologiche, fonti storiche, pitture, sculture, architetture, fotografie. Sarà un museo a forte componente tecnologica, che trasporterà il visitatore lungo il solco della storia della Sicilia, attraverso un percorso espositivo che racconterà l’enorme giacimento culturale che è questa Isola, fatta di luoghi fisici, eventi storici, personaggi illustri, artisti, opere dell'ingegno, architetture, beni artistici, reperti archeologici. Insomma l’universo Sicilia sarà disvelato al visitatore in un solo luogo, sollecitando un legame attrattivo forte».
- E poi cosa verrà collocato?
«Pensiamo ad altri due poli tematici, il Centro culturale, documentale e scientifico del terremoto di Messina e del grandi eventi sismici, e poi il Cab, il Centro archivistico e bibliografico. Messina è purtroppo icona del terremoto poiché è stata il sito a più alta concentrazione distruttiva, di vite umane, di valori culturali e sociali, di patrimonio storico artistico e materiale, di tessuto economico e imprenditoriale. Nelle nostre intenzioni il Centro deve legare documenti e testimonianze materiali e immateriali di quella tragedia alla ricerca scientifica e tecnologica applicata».
- In concreto come si articolerà?
«Da una parte ci sarà il sistema museale, disciplinato dalla Soprintendenza e dal Polo culturale di Messina; dall’altro l’Università, l’Ingv e il Cnr, che daranno vita ad un Centro di alta formazione e specializzazione, una scuola di eccellenza».
- E il Cab invece come si articolerà?
«Il Centro archivistico e bibliografico sarà un luogo fisico ad elevata funzionalità informatica, multimediale e tecnologica incentrato sulla capacità educativa e formativa della popolazione anziana, adulta e giovane. Una struttura pluri-specialistica nella quale troveranno casa contemporaneamente i saperi cartacei e quelli cibernetici, dai codici mimati ai testi robotici, dalle più antiche carte nautiche alle rotte spaziali. Un’esclusività strutturale posta al centro dell’Area Mediterranea, nella quale anche il turista o il viaggiatore potrà accedere in spazi di grande interesse dotati di elevata tecnologia, attraverso documenti iconografici, fotografici, cinematografici».
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